«Gianluca Morozzi riesce con questo romanzo nell’intento di conquistare il lettore con una trama piena di misteri.» Wired «Negli Annientatori Gianluca Morozzi esprime l'incubo più atroce che possa assalire la mente di uno scrittore. E la scelta del protagonista-autore, sulla scia di Stephen King che ripercorre con piglio originale, è anche un modo per rappresentare più efficacemente la condizione universale del diventare oggetti in balia di un fato cieco.» Pupi Avati «Morozzi si conferma uno scrittore efficacissimo, amante delle storie (e della musica, che è presente anche qui), un narratore nel senso più puro del termine. Gli Annientatori è un libro in cui viene voglia di immergersi, facendo attenzione a quello che ti può capitare.» Il Mucchio - Liborio Conca «Gianluca Morozzi possiede una disinvoltura stilistica innata.» ttL - La Stampa - Sergio Pent «Un horror ben costruito con omaggi al cinema di Pupi Avati e al fumetto splatter italiano.» Robinson «Quand’è iniziato il percorso che mi ha portato a quest’inumana dannazione?» A chiederselo è Giulio Maspero, giovane autore bolognese con due radicatissime passioni: la scrittura e le ragazze. Due strade certe per la rovina. Infatti, tra qualche romanzo più o meno di successo e qualche flirt non proprio innocente, nel mezzo di una calda estate si ritrova senza fidanzata – soprattutto senza la sua casa in cui vivere comodamente – e privo della pace necessaria per completare il romanzo che possa liberarlo, una volta per tutte, dalle insidie di un conto pericolosamente in rosso. Ma poi, in una delle sue serate solitarie in giro per Bologna, si imbatte in un fumettista cialtrone e grottesco in partenza per l’Uruguay, che gli offre di trasferirsi a casa sua per prendersi cura delle piante durante la sua assenza. Una casa piccola, in periferia, senza l’aria condizionata e con vicini invadenti... ma pur sempre una casa gratis. Così Giulio, risollevato da quest’improvvisa fortuna, si trasferisce. Ma perché i vicini, tutti parenti tra loro, sono così gentili e accoglienti? E perché in quella mansarda non ci sono piante? Meglio non chiederselo, forse, visto quant’è affascinante e disinibita la nuova dirimpettaia... Sempre in equilibrio tra reale e surreale, con la consueta abilità Gianluca Morozzi accompagna i suoi lettori lungo una storia avvincente in cui, a poco a poco, dalle piccole crepe che si aprono in una situazione comune, filtra l’oscurità inquietante che si nasconde dietro la «normalità». Questo è l’inferno: non sapere da quanto tempo sei all’inferno. Sono mesi o minuti che cammino in questo bosco desolato? Sto cercando la piramide da due giorni o da vent’anni? Se potessi farlo, mi strapperei il cuore con le mani. Ma non posso. Non con queste mani. E allora lo supplico, il mio cuore. Gli chiedo di fermarsi. A ogni passo grido: Ti prego, fermati! Liberami! Perché ti ostini a funzionare? Fammi morire! Dentro questo bosco, io ci sono da vivo. E anche l’inferno è preferibile agli Annientatori.
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