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Certo che è così facile rimanere delusi da un libro dalle alte aspettative, pompato dall'editore come un nuovo trascendentale talento contemporaneo!
Che accozzaglia di nefandezze, gente! Credo che la cosa che mi rimarrà impressa di questo libro (?) sia solo “[Il Protagonista] unisce le mani con uno scrocchio”, ripetuto credo qualche decina di volte qua e là per il libro. Probabilmente in Danimarca hanno problemi di artrite molto seri, sarà il freddo.
Fatto sta che a me ad ogni scrocchio mi aumentava il mal di testa, la nausea e l'insopportazione profonda verso i personaggi di questo romanzo(?). L'idea iniziale è buona e il libro parte bene, ma poi cade tutto a scatafascio dopo i primi capitoli e continua giù a rotolare verso la china per finire a schiantarsi nel burrone delle bestialità.
Ad un terzo del libro(?) t'immagini il resto e il finale, a metà lo sai di per certo e quando sei a tre quarti preghi i tuoi Dei che finisca alla svelta. Non capisco la spinta della casa editrice verso questa storia(?), ideata male e scritta peggio, che è proprio di livello nefando.
La storia è un insieme di stereotipi come i personaggi stessi (il buono/buonissimo, il cattivo/cattivissimo, l'amico/amicissimo “ti aiuto sempre io”, la sperduta/trombata ragazza dal protagonista, la setta/settissima e perfidissima) che si muovono come macchiette all'interno di questa narrazzione che è davvero indigesta.
Ci sono dei passaggi di pattume letterario che è davvero raro trovare. Vi consiglio caldamente, statene lontani.