I robot e l'impero
I robot e l'impero
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I robot e l'Impero, in originale “Robots and Empire” è un romanzo di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov, pubblicato nel 1985, quarto libro del Ciclo dei Robot, ma anche il romanzo di congiunzione tra il ciclo dei Robot e il ciclo dell'Impero. Essenzialmente è una detective story e chiarisce un'idea di Asimov: la fantascienza è un ingrediente che può essere applicato ad ogni genere letterario.
Qui ci troviamo di fronte al quarto e ultimo capitolo del “Ciclo dei Robot” composto rispettivamente da: Abissi d'acciaio - Il sole nudo - I robot dell'alba - I robot e l'Impero.
La trama del libro: in pochi anni dall'approvazione Auroriana alla colonizzazione congiunta Spaziale-Terrestre, i Coloni Terrestri occupano e incominciano a terraformare moltissimi mondi. Nel momento in cui si svolgono le vicende di I Robot e l'Impero siamo a quota 26. Al contempo gli Spaziali non si sono ancora mossi e in fin dei conti, secondo l'analisi di Asimov, non poteva che essere così, viste le condizioni di assoluto benessere in cui essi si trovavano. Nel libro non c'è più Elijah Baley, ormai morto da circa 160 anni, ma sono ancora presenti i robot Daneel Olivaw e Giskard Reventlov. A sostituire Elijah, ci sarà un suo discendente di settimo grado, il “capitano” Daneel Giskard Baley. Saranno loro ad accompagnare l'ancor viva Lady Gladia per vari pianeti fino a scoprire il mistero che si cela sotto il libro. Kelden Amadiro, capo dell'istituto di robotica, e il suo brillante aiutante Levular Mandamus hanno infatti un piano per distruggere la Terra. Daneel e Giskard cercheranno in tutti i modi di impedirne la realizzazione, scontrandosi con i limiti loro imposti dalle leggi della Robotica. È qui che Daneel formula la Legge Zero: un robot non può causare danno all'umanità o permettere che a causa della sua inazione l'umanitá subisca danno. Infatti la Legge Zero avrà un'estrema importanza nel sorprendente epilogo del libro.
Se i due romanzi originari degli anni '50 avevano una loro spontanea ragion d'essere, il terzo volume del ciclo dei Robot, come abbiamo detto nella recensione precedente, si presenta piuttosto ripetitivo e meno interessante degli altri. Il quarto volume avendo la pretesa di legare due gruppi di storie piuttosto diversi e separati nella trama da numerosi anni, presenta il doppio rischio di essere poco innovativo e un po' vuoto di contenuti. Ma il Buon Dottore è troppo bravo per cadere in questa trappola e riesce a creare un anello di congiunzione davvero perfetto.
Isaac Asimov, per me indiscusso maestro della fantascienza, le sue opere sono considerate una pietra miliare sia nel campo della fantascienza che della divulgazione scientifica, scrive un romanzo ben costruito e coinvolgente, una storia di ampio respiro, esente dalle investigazioni ripetitive dei precedenti volumi. C'è anche una discreta tensione che si costruisce man mano. Un finale che ha la funzione di far in modo che i personaggi diano il loro commiato al lettore e di legare il romanzo al successivo Ciclo dell'Impero. Bellissimo libro come sempre.
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