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Non saprei esattamente, se me lo chiedessero, se consigliare o meno la lettura di questo libro. A tratti bello ed entusiasmante con l'ambientazione carceraria riprodotta molto bene, a tratti troppo prolisso e di scrittura ricercata che è al di fuori dell'ambientazione stessa e dunque e mal si mescola con la trama e a tratti decisamente fuori dalle righe per via: della profusione di sesso (quel troppo che stroppia e che risulta alla fine in alcuni personaggi come quello della dottoressa Devlin, inverosimile), linguaggio (mi sta bene che l'ambientazione lo impone, ma credo si sia esagerato) e la caraterizzazione del personaggio principale, che all'inizio pare anche troppo composto e alla fine sembra un'incarnazione di Rambo. Insomma l'dea e la storia del libro è da apprezzare, anche la chiusura finale, anche se prevedibile ci sta bene, ma sembra che si sia voluto cuocere un pezzo di carne con troppo fuoco e troppa paprika, rovinandone in superfcie tutto il gusto. Per ritrovarlo e riuscire ad apprezzare la storia bisogna insomma scartare quell'eccesso di scrittura che ha rovinato in parte quello che poteva essere un buon libro da quattro stellette. L'ambientazione carceraria è riprodotta e riportata al lettore davvero superbamente e i personaggi che ci vivono in costrizione sono pennellati molto bene e devo dire sono molto più gradevoli loro nell'insieme, che i due protagonisti principali, che a dire il vero sembrano troppo “sopra le righe” per risultare infine credibili o quanto meno simpatici al lettore. Un libro che può piacere ai fan di film come “Fuga da Alcatraz”, “Le ali della libertà” e del filone carcerario, ma che per essere apprezzato appieno deve essere edulcorato da quel “troppo” di cui si accennava prima.