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Ho preso questo racconto praticamente ad occhi chiusi, in offerta a novantanove centesimi, senza sapere del contenuto, della lunghezza, attirato irrimediabilmente dalla copertina e dal titolo. Non ho neanche letto la trama, potevo trovarmi davanti alla biografia di Ian Thorpe o ad un saggio sul nuoto. Ma facendo così tante vasche ogni settimana, non potevo non esserne catturato, da subito.
Quando l'ho “aperto” sull'ereader, ed ho visto che era un racconto di venticinque pagine ne sono rimasto sorpreso: “cosa potrà mai raccontare un autore, di un nuotatore, in venticinque pagine? Si fa quasi prima a leggere il racconto che a fare una vasca”. Mi sbagliavo, ma ci avrei messo poco a scoprirlo.
“Il nuotatore”, di John Cheever, una piccola storia epica, a metà strada tra illusione e realtà; uno dei racconti più noti dello scrittore americano, da cui è stato tratto (come ho scoperto dopo) anche “Un uomo a nudo”, film di Frank Perry girato nel 1968 con protagonista Burt Lancaster. Che a questo punto dovrò assolutamente recuperarmi.
Neddy Merrill, in un pomeriggio d'estate, trovandosi in una festa presso la piscina di alcuni amici, decide di ritornare a casa a nuoto, ovvero attraversando tutte le piscine pubbliche e private della contea, come se queste formassero una sorta di fiume sotterraneo, a cui da un nome: “Lucinda”. Sembra divertente, ma questo “viaggio” si trasformerà per il protagonista in una sorta di odissea, un'esplorazione, un pellegrinaggio verso un finale da cui Neddy non potrà sottrarsi, ma si troverà estraniato e straniero nel suo stesso mondo, né vivo né morto, confuso da quella che sembra quasi un'amnesia o forse, un rifiuto al declino, alla sconfitta. Allo svanire del sogno americano.
Paragonato ad un grande scrittore russo come Cechov, Cheever ha sicuramente come minimo comun denominatore con lo scrittore russo, la forma di scrittura e la capacità di rivelare l'anima e le profondità dei personaggi. Sembra che gli eventi che si susseguono in questa storia non fanno veramente parte della realtà, ma più che altro alla sfera del preconscio, o anche del sogno ad occhi aperti, e sembra sempre che il protagonista si muova quasi privo da qualsiasi volontà cosciente o razionale. Come le linee boe da demarcazione dei confini di quelle stesse piscine in cui si va a nuotare.
Qualsiasi riferimento in più alla storia raccontata, può portare alla rivelazione di quello che Ned dovrà affrontare in queste venticinque pagine e non voglio assolutamente rovinare questa chicca di bravura e di scrittura e dunque lascio che il lettore affronti la lettura da solo, come una nuotata in piscina.
Vi sorprenderà di sicuro.