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Suskind si conferma scrittore di talento e fantasia: questo è il racconto di uno smarrimento doloroso che fa sprofondare nelle tenebre il protagonista con una vita mediocre ma tranquilla, una vita che fino all'arrivo del piccione, gli sembrava perfetta. Libro sulla solitudine e lo smarrimento? Non solo.
Jonathan, il protagonista, ha cinquant'anni, una vita regolare, senza nessun imprevisto, niente amore e scandita da una perfetta pignoleria e puntualità. Ma un giorno si alza e nell'uscire dalla porta della sua casa trova un innocente piccione che lo fissa. I suoi processi mentali dopo l'incontro con il piccione sono descritti con vivide descrizioni. Questo episodio farà crolarre tutta la sua vita come un castello di carte spazzato dal vento. Nel giro di poche ore tutta la sua vita perfetta sarà messa in discussione, tutte le sue scelte, il lavoro, la sua anima.
Ovviamente il piccione è una metafora e ha un ruolo da agente scatenante in una situazione già difficile nella sua probabile nevrosi del protagonista. Forse il piccione è il sintomo del cambiamento? Quel qualcosa che nella vita ci fa riconsiderare tutte le nostre scelte e porta ad un radicale cambio di rotta?
Da consigliare.