Firenze, giugno 1441: nei pressi della locanda dell'Orso un ragazzo sta conversando con Lorenzo Ghiberti, il celebre scultore e pittore che proprio in quei giorni è intento all'opera della sua vita: la terza porta del Battistero di San Giovanni. Il ragazzo fa appena in tempo a riferire al maestro che Donatello, tornato da Lucca, desidera incontrarlo, quando si accascia al suolo con una daga piantata tra le scapole. Poco lontano, un uomo fugge in direzione dell'Arno... Anversa e Tournai, durante lo stesso anno: Willemarck e Wauters, due giovani apprendisti di Van Eyck - il grande artista delle Fiandre cui si deve, secondo molti, l'invenzione della pittura a olio - vengono trovati cadaveri con la gola tagliata e il medesimo pigmento in bocca: Terra di Verona. Bruges, ancora nel 1441: Jan, il giovane figlio adottivo di Van Eyck, di ritorno verso sera da casa di messer Cornelis con un prezioso cofanetto di pigmenti, si imbatte in un'orrenda visione: il corpo di un uomo con gli occhi strappati, la gola squarciata e una polvere verdastra che gli cola dalle labbra... Si sta avvicinando. Anversa e Tournai, oggi Bruges: è l'amaro commento di Van Eyck. A che cosa alludono queste parole? Perché l'assassino dovrebbe avvicinarsi alla vita, alla città, alla stessa famiglia del riverito pittore? Perché, infine, nel suo sancta sanctorum, nella parte più nascosta della sua bottega - tra storte, alambicchi, strani liquidi grigiastri e sostanze sconosciute dall'intenso odore di muschio -, con l'indice posato sulle labbra, Van Eyck aveva un giorno mormorato a Jan: Ragazzo mio, bisogna saper tacere, soprattutto quando si sa? Tra le brume delle Fiandre e il cielo luminoso della Toscana, in compagnia di personaggi come Donatello, Antonello da Messina, Brunelleschi, Fra' Angelico, si snoda un thriller carico di suspense e di avventura, oltre che un impeccabile romanzo storico che ci riporta all'epoca d'oro della pittura
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