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Numero sedici, dedicato a Yeats: poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese; continua questa bellissima iniziativa del Corriere della Sera, che porta un secolo di poesia nelle nostre case con le grandi voci del Novecento in una collezione di antologie inedite, con ricchi apparati e nuove introduzioni. Un appassionato racconto del mondo attraverso i versi dei più grandi poeti italiani e stranieri.
Yeats è sicuramente uno dei più importanti scrittori irlandesi del novecento, premio Nobel per la letteratura nel 1923, da molti considerato come appartenente al “Romanticismo”, in realtà riversò nelle sue poesie la sua personalità duplice ed altalenante tra i dolci panorami irlandesi e la rabbia della ribellione verso il dominio inglese.
La sua produzione è talmente varia (poesie, autobiografia, trattato filosofico, drammi teatrali, ha curato la pubblicazione di alcuni racconti fantastici e ne ha scritti lui stesso) che ovviamente questa raccolta non può che presentare una selezione della sua vasta opera.
Come ogni volta che recensisco un numero di queste raccolte dei grandi poeti passati, lo faccio da profano, la poesia mi piace molto, ma non possiedo ovviamente nessuno strumento se non la mia “anima” per giudicarne i versi; purtroppo Yeats non ha solleticato le mie corde e devo dire che tutte le poesie che decantavano della complicata situazione politica irlandese mi hanno annoiato particolarmente.
Della raccolta salvo le prime, in particolare “Ephemera”, “Cuchulain combatte il mare”, “Avvento della saggezza con il tempo”, che si riferiscono alle prime produzioni del poeta.