Un giovane studioso di Harvard, in qualche modo legato ai servizi segreti americani oltre che mosso da profonda curiosità intellettuale, indaga su un'organizzazione psichedelica che opera a livello mondiale. Ma se al governo interessa stroncare la produzione e la distribuzione delle sostanze psicotrope, il protagonista invece vuole avvicinarsi all'organizzazione per capire. Capire come è strutturata, che cosa si propone, chi la compone, quali sono le idee, le cerimonie, i sacerdoti, il messaggio. Dai templi del sapere - Oxford, Cambridge, Princeton - fino a Mosca, Zurigo, Bangkok e all'Afghanistan, incontrando via via i sei personaggi che la governano - ciascuno identificato con il nome di un colore -, il protagonista acquisisce a sua volta saggezza e visione, sperimenta il trip e l'iniziazione. Ma si trova anche coinvolto in oscure trame che, tra terrorismo e traffico di armi, si estendono sull'intero pianeta. Perché, se da un lato l'uso e la produzione di sostanze psichedeliche richiedono purezza di intenzioni e una moralità trasparente come il diamante, dall'altro il business coinvolge interessi economici e politici ad amplissimo raggio. Questo romanzo misterioso e fascinosissimo, che qualcuno ha definito, dopo l'LSD, la cosa più psichedelica che si può trovare su carta, è anche una sorta di "autobiografia psichedelica" perché racconta una storia vera, che è poi quella del suo autore, che la scrisse a matita su centinaia di foglietti sparsi durante i lunghi anni trascorsi in un carcere federale di massima sicurezza.
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