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Questo libro potrebbe avere come sottotitolo “Antologia di un mondo che non c'è più” e sarebbe un giusto sottintendere visto che all'interno c'è la storia di come l'umanità sia stata spazzata via da un morbo misterioso e di come i pochi superstiti sopravvivranno ad esso; ma andrebbe benissimo anche perchè più lo leggevo e più mi rendevo conto di quanto siamo lontani da quegli anni quaranta che sono l'epoca in cui è stato scritto.
Il libro è infarcito di stereotipi che oggi fanno rabbrividire chiunque o così dovrebbe essere (a me sicuramente): i “negri” sono stupidi ed ignoranti e adatti ad una vita di fatica e miseria, le donne sono tutte isteriche, ignoranti e possono distribuirsi la vita tra le faccende domestiche e generare figli. Il protagonista sembra essere l'unico essere intelligente scampato al virus infame, porta con sè il sapere dello scialbe umano ed è la luce per la sua comunità, si va beh la moglie (che incontrerà nel libro) è forte e lo sosterrà senza remore (ma sempre ignorante rimane) e anche i figli che avrà... per lo più stupidi, per non parlare delle figlie.
Poi ci sono anche un sacco di pagine, dove giustamente è riportata la vita e la tecnologia in uso negli anni quaranta americani che a leggerle oggi fanno un po' sorridere e certe altre che proprio non tornano; dunque perchè dare tre stelle: prima di tutto per il fatto che non c'è proprio niente da fare, a me i libri post apocalittici piacciono a prescindere e dunque parto già con due stellette nella manica, poi devo dire che la prima parte del libro dove il protagonista è solo e si muove in un mondo devastato e intraprende il suo primo viaggio attraverso tutti gli Stati Uniti d'Amerca da est ad ovest è veramente scorrevole e ben fatto.
Tutto il resto, soprattutto la parte centrale e ancor più la finale, dove l'autore cerca di immaginare la storia dell'uomo in questa sorta di rinascita dopo la catastrofe è un grande Ni. Consiglieri questo libro ai soli appassionati del genere.