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Il buon lettore
Questa è una raccolta di saggi basata sugli appunti per le lezioni di Nabokov tenute in dei college americani tra il ‘41 e il ‘56. Le lezioni sono sette, dedicate in ordine a:
Jane Austen: Mansfield Park
Charles Dickens: Casa Desolata
Gustave Flaubert: Madame Bovary
Robert Louis Stevenson: Il Dottor Jekyll e Mister Hyde
Marcel Proust: La strada di Swann
Franz Kafka: La metamorfosi
James Joyce: Ulisse
e due saggi
Di questi ho letto solo Kafka e Stevenson, il resto sono state assolute novità per me, e quindi attenti se non vi volete spoilerare queste storie, dato che nei saggi viene ampliamente sviscerata la trama principale. La differenza tra l'aver letto i romanzi in questione e non averlo fatto secondo me può influenzare la qualità della lettura, anche se per ogni capitolo ci sono estratti (anche lunghi), poter però coadiuvare l'analisi di Nabokov e la propria esperienza di lettura è un concreto valore aggiunto; nel mio caso con La Metamorfosi, dopo aver letto diverse interpretazioni, ho letto quella di Nabokov che mi ha fatto accendere la lampadina.
Se prima apprezzavo Nabokov come autore (per Lolita), l'ho trovato molto interessante anche come critico letterario. Anche se va detto, io che non sono abituato alle materie umanistiche, la critica letteraria non è una scienza esatta.
Ho letto che come critico letterario viene etichettato come un “stilista”, ora non entro in dettagli sui diversi approcci alla letteratura, ma penso sia approppriato parlare di stilista, per citare le sue stesse parole:
Stile e struttura sono l'essenza di un libro; le grandi idee non servono a nulla.
che è inutile leggere un libro se non lo leggete con la schiena
Un libro è come un baule stipato di roba. Alla dogana la mano di un funzionario vi si immerge sbrigativamente, ma chi cerca tesori ne esamina ogni filo.
Questo è stile. Questa è arte. È la sola cosa veramente importante in un libro. (riferito ad un passaggio di Madame Bovary).
Dalla parte di Swan
ritrovare, nel riafferrare, nel farci conoscere quella realtà da cui viviamo lontani, da cui ci scostiamo sempre più via via che acquista maggior spessore e impermeabilità la conoscenza convenzionale che le sostituiamo : quella realtà che noi rischieremmo di morire senza aver conosciuto, e che è semplicemente la nostra vita. La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce
Rischiamo di lasciarci sfuggire il meglio della vita, se non sappiamo fremere, se non impariamo a sollevarci appena più su del normale per assaggiare i frutti artistici più rari e maturi che il pensiero umano ha da offrirci.