Nello scompiglio seguito alla fine della Guerra civile greca (1946-1949), un anonimo partigiano, rinchiuso in una cella d’isolamento, rende la sua deposizione scritta a un invisibile giudice istruttore. La sua “colpa” è di essere l’unico sopravvissuto di un commando incaricato di una missione segreta: portare a destinazione una cassa contenente documenti di importanza cruciale per il Partito, e che potrebbero cambiare la storia del Paese. L’anomalo interrogatorio a cui è sottoposto serve all’uomo per ricostruire le fasi dell’operazione a cui ha partecipato – pedina inconsapevole – e gli intrighi del Partito, il quale fin dall’inizio aveva stabilito che nessuno dovesse sopravvivere alla missione. Ricco di colpi di scena, di umanità, di poesia, "L’interrogatorio" è un’odissea kafkiana, in cui l’utopia cede il posto alla delusione, i sogni e gli ideali alla disperazione. Il romanzo di Aris Alexandru, uno dei maggiori autori greci contemporanei, è un feroce e spietato atto d’accusa contro il potere, le sue leggi assurde, la sua cieca disumanità.
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