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L'uomo nell'alto castello, in originale “The Man in the High Castle”, ripubblicato anche come “La svastica sul sole”, è un romanzo ucronico di Philip K. Dick pubblicato nel 1962 e vincitore del Premio Hugo come miglior romanzo. Trattasi di una storia di fantascienza o, meglio del tipico esempio di ucronia, nella quale si raccontano dei fatti storici utilizzando la strategia narrativa del “What if”, ovvero del “Che cosa sarebbe successo se”.
Il romanzo di Dick, al tempo della pubblicazione, ha fatto indignare non pochi buoni americani di sani principi, quelli votati alla bandiera e alla famiglia; questo gli valse l'inizio di una vita paranoica perché convinto (non a torto) di essere sorvegliato dal Governo perché sospettato di essere un simpatizzante dei comunisti. Dick è ancor oggi un personaggio misterioso, criptico, di difficile etichettatura.
Dal romanzo, recentemente, è stata tratta una serie di successo da parte del colosso Amazon, anche se i fatti narrati nella serie tv sono solo in parte simili a quelli del romanzo. Di certo le premesse sono simili, anche al livello degli stessi protagonisti, ma poi la trama prende direzioni del tutto diverse, salvo ritornare saltuariamente agli episodi del romanzo, ma per vie traverse o del tutto diverse eppure in maniera del tutto coerente con quanto narrato fino a quel momento.
La curiosità è che il libro era destinato ad avere dei seguiti che non sono mai stati scritti e in alcune edizioni si possono leggere due capitoli del libro successivo.
Per entrare un po' più in dettaglio nella trama possiamo scrivere che l'autore immagina un mondo in cui Hitler e l'impero giapponese hanno sconfitto gli alleati nella seconda guerra mondiale, diffondendo il nazismo nel mondo intero, Stati Uniti compresi. In quest'universo alternativo, il destino dell'America ricalca quello della Germania post-1945: è infatti divisa in tre stati, corrispondenti alla costa orientale (sotto controllo tedesco), quella occidentale (controllata dai giapponesi) e gli Stati delle Montagne Rocciose, che fungono da cuscinetto tra gli altri due. In primo piano le vicende di un gruppo di personaggi: l'orafo ebreo Frank Frink, la sua ex-moglie Juliana, insegnante di arti marziali, l'antiquario Childan, il funzionario nipponico Nobosuke Tagomi e l'uomo d'affari svedese Baynes. Le vite di queste cinque persone entreranno in contatto in modo drammatico, quando verranno coinvolti in una serie di complotti orditi dalle potenze che si sono spartite il mondo.
Possiamo fare un parallelismo tra la storia narrata nel romanzo e la realtà vissuta da Dick negli anni sessanta, infatti richiama la differenza di controllo dei sovietici (paragonati al Terzo Reich) e degli USA (paragonati all'Impero del Giappone) che si dividevano il mondo all'epoca dell'uscita del romanzo. Il romanzo si distingue, però, soprattutto per la sua costruzione. Uno dei personaggi del romanzo, lo scrittore Abendsen, è famoso per aver scritto e pubblicato un'opera fantapolitica (nel suo mondo), in cui Hitler ha perso la guerra: “La cavalletta non si alzerà più”; si tratta di un “libro nel libro”. È altresì importante il sottotesto dell'I Ching, il libro cinese degli oracoli, usato da vari personaggi del romanzo, e (pare) dallo stesso Dick nella stesura del suo romanzo.
Sicuramente un romanzo ucronico da leggere, dove la definizione di fantascienza sta un po' stretta e in ogni caso consigliabile a lettori alla ricerca di qualcosa di impegnativo, lontano dai volumi che si leggono per passare il tempo sotto l'ombrellone, con uno site che non è canonico dell'autore. Dunque se avete già letto qualcosa di Dick, ma non siete suoi fans. potreste rimanere spiazzati. E' decisamente appesantito, a volte un po' troppo, con innumerevoli descrizioni un po' superflue; l'autore mette in scena tre o quattro storie parallele e, quando credi che possano ricongiungersi tutto si perde e anche il finale rimane aperto, forse per l'appunto per i successivi libri che però sono rimasti nella penna dell'autore.
Insomma i problemi non stanno nell'idea, ma nella realizzazione... chi si aspetta dell'ucronia pura, alla “Fatherland” di Harris per intenderci, rischia di rimanere un po' deluso e chi è abituato a leggere Dick, pure. Non mi ha convinto del tutto, anche se le potenzialità erano molto alte.