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Pilgrim è una storia di spionaggio, anche se non si capisce bene dove effettivamente sia lo spionaggio se non nel citare gli organi d'intelligence americani, mettere ritrovati tecnologici qua e la e qualche bel posto esotico; pubblicato nel 2013, dello sceneggiatore Terry Hayes (Ore 10: calma piatta, Mad Max, Cliffhanger, Flightplan, From Hell), ribadisco la parola sceneggiatore perché appunto è una sceneggiatura quella che ho letto, e ho scritto storia invece di romanzo, perché il romanzo e il lavoro di romanziere è ben altra cosa.
Sarà perché sono cresciuto leggendo romanzi di spionaggio di Forsyth, Le Carrè, Ludlum, ci aggiungo anche i primi libri di Follett per allungare un poco il cerchio, ma non posso lasciarmi piacere, farmi coinvolgere da storie come queste, ma andiamo con ordine...
La trama è questa: Pilgrim, nome in codice di uno degli agenti più abili dei servizi segreti americani dovrà affrontare una missione impossibile, un delitto senza colpevoli, un nemico inafferrabile: il Saraceno. Richiamato in servizio per sventare il rischio che un'arma biologica spaventosa venga innescata negli Stati Uniti e da lì esploda in tutto il mondo, si troverà di fronte all'avversario più astuto ed elusivo che abbia mai incrociato.
Già questo basterebbe per commentare come l'originalità probabilmente non stia di casa dal nostro sceneggiatore: da quando è caduto il muro di Berlino, la nuova frontiera (e sembra l'unica) di uno scrittore di spionaggio è prendere un mussulmano mettergli in mano un'arma di qualsivoglia natura (nucleare, batteriologica, informatica) in grado di devastare il mondo e mandargli dietro la spia perfetta, il grande eroe americano che salverà noi tutti.
Possiamo anche correre su questo, anche se è davvero difficile sradicare il mio immaginario e l'atmosfere patinate e intrise di nebbie dei tempi della lotta USA-URSS che sono indelebili in me per via degli autori citati prima, ma non si può sorvolare sulla stupidità, sull'insipidità, dei protagonisti di questa sceneggiatura: Pilgrim (l'uomo dal sorriso Defcon-1 come dice lui, se leggerete il libro vedrete che la sua modestia è pari alle sue abilità sul campo) è un misto, venuto molto male tra James Bond, Jason Bourne e Nick Stone, che non si capisce come abbia fatto a diventare la spia migliore al mondo visto che non ricorda un numero di telefono, non parla che inglese per di più avendo lavorato a Parigi, Mosca e molti paesi arabi [caspita che spia!], non è un buon tiratore, non riesce a saltare un muro... si insomma devo continuare? Ah, ovviamente è ricchissimo e non lo sa, è stato adottato, è il classico americano che si è fatto da solo e ora spacca culi a tutti, ma soprattutto a chi(oltre a noi lettori?)? Ma certo! Al mussulmano cattivone che è una leggenda (ma sconosciuto a tutte le forze d'Intelligence al mondo) tra tutti i popoli arabi, che ha un passato di soprusi, che ha un piano di distruggere l'America da quando era ragazzino, ma avrà anche un unico amore che proprio alla fine del libro... ma non voglio rivelarvi nulla, anche io sono un'ottima spia come Mr. Sorriso. Vogliamo parlare poi dell'ovviamente super mago hackerone che aiuta il nostro Pilgrim? Del poliziotto di New York, eroe dell'11 settembre? Delle fighissime donne americane? Delle sfigatissime donne arabe?
Oltretutto il libro è ingiustificatamente lungo, con continue digressioni che fanno solo innervosire, visto e considerato che per avere un minimo d'azione vera dobbiamo aspettare le ultime 100 pagine della storia. Non metto in alcun dubbio che tali parti quando sarà girato il film per il cinema (e certo lettori miei, la sceneggiatura è stata già venduta prima che il libro fosse addirittura finito), saranno tagliate, come non metto in dubbio che questo sarà solo il primo della serie, a meno che il primo film non piacerà al pubblico.
Insomma una volta si scriveva davvero e forse qualche regista portava il lavoro sugli schermi, adesso tutto il sottobosco di thriller, spionaggio, crime, sembra servire solo come antipasto al film che ne verrà tratto. Poi quando esce il film nella sale rivengono stampati i libri mettendo sulle copertine l'attore di turno, per alimentare sempre più un mercato che sembra un circolo chiuso.
Io sono qui a rimpiangere i Forsyth, i Carrè, i Ludlum e non mi capacito di come possano venire tributati volti così alti a lavori così mediocri, forse perché ultimamente non si trova di meglio in questo genere. Dunque il mio invito è di andare a recuperare libri come “Un nome senza volto”, “Il pugno di Dio”, “Il codice Rebecca”, “Il giorno dello sciacallo”, “Tutti gli Uomini di Smiley”, solo per citarne alcuni di quando davvero si scrivevano buone storie di spionaggio.