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Quando si scoprono libri “preziosi”, semisconosciuti, pubblicati da piccole case editrici che fanno fatica ad andare avanti, è un piacere leggerli, un piacere anche comperarli, per aiutare chi con impegno è sempre alla ricerca del nuovo che stupisce, della piccola perla, senza pubblicità, senza occupare metri quadri enormi di scaffali e vetrine nelle librerie. Chi da l'opportunità di dare alle stampe il proprio genio letterario, ancor meglio se italiano, piccola ovazione tutta patriottica.
Perché ho definito questo libro “prezioso”? Non certo per una questione monetaria o da collezione, ma per tutti i concetti ribaditi all'inizio, ma soprattutto perché questo libro è bello, mi è piaciuto, mi ha divertito e sorpreso; è stato originale nel proporre un genere molto sfruttato, quello degli zombie: violento, disperato, crudo. Un gruppo di sopravvissuti, divorati dalla fame e dalla paura, che si muove per le rovine di una Francia, che con lo sbarco in Normandia del 1944 ha visto la fine dell'umanità e adesso a dodici anni di distanza si trova infestata dai Morti e con lei, il mondo intero. Il libro racconta i vagabondaggi di un gruppo di disperati, molti ex combattenti, anche di fronti opposti, uniti nella lotta per la sopravvivenza contro i non morti e anche con i pochi sopravvissuti rimasti.
Ho scoperto dopo la lettura che i due autori italiani hanno scritto questo libro prendendo spunto e ambientazioni dal loro stesso gioco di ruolo pluripremiato “Sine Requie”, dunque un manipolo di “sopravvissuti” che affrontano un viaggio per la sopravvivenza, scontrandosi con tutti, anche con loro stessi. Il libro è di facile lettura, e anche se a volte appare acerbo ed incerto, è godibile e piacevole ben oltre le aspettative, descrivendo gli zombi in maniera tutta nuova, originale ed inquietante.
Ritmo serrato, senza fronzoli, si legge in un fiato mantenendo alta la tensione per tutta la storia, coglie tutta l'atmosfera opprimente e apocalittica dell'immaginario mondo in cui è ambientato, e certamente può piacere sia ai fan dei libri zombeschi, che a quelli del genere post-apocalittico. Pecca un poco nei tre quarti finali, ma vince oltremisura proprio nel finale a sorpresa, nelle ultimissime pagine che valgono quasi il libro intero.
Affascinante anche l'ucronia che abbina la classica “epidemia” di zombie, alla Seconda Guerra Mondiale, oltremodo originale e resa nel massimo livore storico.
Io credo che gli autori non possano sottrarsi molto a lungo ad un sequel, viste anche le molteplici possibilità offerte in termini creativi e di sviluppo della storia, anche perché il “finale” del libro è esso stesso un prologo di una serie di possibili sviluppi.
Forte, trascinante, crudo. Consigliato agli appassionati del genere.