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RITROVARE SE STESSI NEL CUORE DELLA NATURA PIU’ IMPERVIA Dopo dieci anni di lontananza, Amy Liptrot torna alle Orcadi, il paesaggio della sua infanzia e della sua adolescenza, dove è cresciuta libera in una fattoria tra pecore, uccelli marini, mare a perdita d’occhio, isole reali e fantasma, leggende popolari e, soprattutto, un vento impetuoso e una natura indomita. Come molti ragazzi della sua generazione, a diciott’anni ha sentito il richiamo della grande città con il suo fermento, ma il periodo trascorso a Londra è stato caratterizzato dall’impulso a provare le emozioni più estreme. Feste, concerti, alcol, droghe… una spirale inarrestabile che diventa dipendenza, finché Amy perde il controllo della sua vita e l’amore del suo ragazzo. Solo dopo aver toccato il fondo, Amy capisce che deve ricominciare dall’unica cosa che le rimane, se stessa. Il ritorno a quella che una volta chiamava casa, a quella natura aspra e maestosa, alla sintonia con i cicli delle stagioni rappresenta per lei la possibilità di riconciliarsi con il passato: con la malattia mentale di suo padre, il fanatismo religioso di sua madre e con i ricordi di perdite e sconfitte recenti. Inizia così un processo di guarigione, e di accettazione, un vero e proprio percorso di rinascita. Giorno dopo giorno, tra mattinate trascorse a nuotare nell’acqua gelida e notti passate a esplorare la sua isola nella luce crepuscolare, ad ascoltare il canto degli uccelli o a scrutare il cielo in cerca delle Stelle Danzanti, Amy ritrova la propria forza, la propria voce, e soprattutto una via verso la libertà autentica.
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Leggendo questo memoir mi è venuta voglia di prendere e partire per le Orcadi, di fermarmi per qualche settimana su una di quelle isole disabitate che Amy descrive così bene. Il paesaggio non è relegato a sfondo della narrazione ma si insinua dolcemente tra le parole che la scrittrice usa per raccontarsi. La geografia delle Orcadi diventa parte della geologia del suo corpo; le sue emozioni sono onde, vento e tramonti. Amy è in simbiosi con le isole: dalla terra e dal mare ricava l'energia necessaria per restare sobria dopo un periodo di dipendenza dall'alcol. È commovente l'affezione verso questi luoghi dalla bellezza quasi incontaminata, la gratitudine per il loro potere calmante e salvifico. Avrei voglia di sperimentare le stesse sensazioni, di stare con il naso all'insù per odorare l'aria di tempesta, di vedere ogni roccia e pezzo di cielo menzionati nel testo.
Non ho dubbi che le Orcadi saranno meta di un prossimo viaggio non appena si tornerà a girare con più libertà; nel frattempo continuo a sognare attraverso i libri.