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Si sa che quando uno inizia l'anno nuovo, mette già in conto che qualche libro insulso lo dovrà pur incontrare durante la stagione letteraria. Magari non così presto, visto che è appena il quinto libro finito. Certo è che questa storia vola dritto nella mia top ten delle bruttaggini della letteratura.
Dall'inizio la storia intriga, anche se parte un po' lenta, peccato che poi s'impantata sempre di più, senza che succeda più nulla, per poi alla fine tradire anche la promessa iniziale.
Sono stato per tutto il libro a pensare “adesso succederà sicuramente qualcosa, l'autore adesso mi sorprenderà con questo o con quello” e invece non succede un bel niente. Niente di niente, anche il finale, speravo che arrivava un finale a sorpresa, un finale che risollevasse le sorti di tutto e invece il nulla più assoluto.
Ho chiuso il libro e mi sono ritrovato ad aver letto le vacanze di quattro giovani tedeschi, con la puzza sotto il naso, in Spagna, e l'unica cosa interessante, la passione di uno di essi per un gioco strategico, che poteva essere il fulcro di tutto come l'accostamento tra gioco e realtà, si è trasformata nell'essenza della noia.
Il libro è anche scritto bene, molto bene, ma descrive il niente. Trecento e passa pagine di noia assoluta. Il mio più grosso rammarico è aver preso anche “2666”, considerato il capolavoro dell'autore. Dopo una simile premessa, chi lo leggerà più?