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«Ogni volta che leggo Orgoglio e pregiudizio», disse Mark Twain, «mi viene voglia di dissotterrarla e di picchiarla sul teschio con la sua stessa tibia». Cazzo amico, se hai ragione. La noia e il tedio e l'irritazione datami da questa lettura, è davvero da disseppellire cadaveri.
So che tutto ciò, per la maggior parte di voi non avrà molto senso, ma sono arrivato alla conclusione che oltre alla maggior parte dei scrittori francesi moderni, non vado d'accordo con le autrici inglesi dell'ottocento, dopo “Cime tempestose”, questo è un altro classico che appena finito, mi sembra di detestare da una vita. Ridatemi “Guerra e Pace” da rileggere cento volte, “I fratelli Karamazov”, altre cinquanta, mille volte ancora “Il Conte di Montecristo”, ma non voglio sentir parlar mai più di Bennet, se non sotto forma di catena di supermercati.
Orgoglio e pregiudizio è uno dei più celebri romanzi della scrittrice inglese Jane Austen, pubblicato il 28 gennaio 1813, celebre, famosissimo, ed introduttivo al libro l'incipit « È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie ». E detto questo, abbiamo riassunto l'ottanta per cento del libro.
Il romanzo ha come temi principali (che danno il titolo all'opera) l'orgoglio di classe del signor Darcy e il pregiudizio di Elizabeth Bennet nei confronti di quest'ultimo. La trama si concentra sulle vicende della famiglia Bennet, composta dai signori Bennet e dalle loro cinque figlie: Jane, Elizabeth (per gli amici Lizzy), Mary, Catherine (detta anche Kitty) e Lydia. L'obiettivo rimasto alla signora Bennet, vista la mancanza di un figlio maschio che possa ereditare la loro tenuta di Longbourn nell'Hertfordshire, è quello di vedere sposata almeno una delle sue figlie prima possibile.
Do atto alla Austen di avere un ‘intelligenza brillante e a piccoli colpi di ironia, fa un ritratto poco lusinghiero della società in cui vive. Oggi diremmo dissacrante? Ma ormai sembrano esserli solo i “comici” in televisione. Povera società di allora e povera ancor più questa.
Cosa mi è piaciuto di questo libro? Solo pochi personaggi: lady Catherine de Bourgh, degna di una cattiveria e fiera ostentatrice dei peggiori pregiudizi, che non possiamo nella sua totale perfidia non amare e il vecchio, caro, adorabile, saggio e un po' svampito Mr. Bennet. Anche il reverendo Collins e la signora Bennet, nella loro totale assurdità sono da menzionare.
Cosa ho odiato? Tutta quella masnada di femmine petulanti e tutto il loro contorno di cose completamente senza senso. Adesso capisco quel fattore sessuale, che il novanta per cento delle “Janites” sono donne. Alla fine forse Charlotte Brontë mi trova d'accordo almeno quando dice che la considerava «furba e del tutto priva di poesia», ma la maggioranza dei maschi ritiene i suoi libri, soprattutto “Orgoglio e pregiudizio”, una sofferenza infinita.
Ma davvero tanta, tanta sofferenza infinita.