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Paura, il cui titolo originale in tedesco è “Angst”, è un racconto dello scrittore austriaco Stefan Zweig scritto nel 1910 e pubblicato nel 1920.
Stefan Zweig, ebreo austriaco cosmopolita, è stato un grande intellettuale europeo, oggi dimenticato, fu amico di Freud. Nel 1942 si suicidò, insieme con la giovane seconda moglie in Brasile, dove, superstite di un mondo scomparso, si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni naziste. Dai suoi racconti sono stati tratti più di venti film. Paura, per esempio, fu diretto nel 1954 da Rossellini, con protagonista Ingrid Bergman.
Ho scoperto questo autore tramite suggerimento proprio di questo titolo, ma avendo acquistato anche “Lettera di una sconosciuta” insieme e piacendomi più la trama di quest'ultimo, di “Paura”, avevo letto il primo, che infatti mi è piaciuto enormemente.
La trama: Irene Wagner, è una signora della buona borghesia viennese, sposata da otto anni con un affermato avvocato e madre di due bambini. Nonostante sia soddisfatta del marito, Irene ha intrapreso una relazione con Eduard, un giovane pianista; più che la passione o l'amore, la scelta è solo frutto di una vita dove tutto è a portata di mano, ogni desiderio è compiuto con l'uso del danaro del marito, la voglia dell'avventura spinge la protagonista a tradire. Un pomeriggio, Irene viene affrontata da una donna volgare che ad alta voce la accusa di averle rubato l'amante. Confusa e a disagio, la signora consegna del danaro alla donna. Questo sarà l'inizio di un ricatto persecutorio che porterà Irene sull'orlo del suicidio.
Va comunque accennato al fatto che la novella termina con un “coup de théâtre” risolutivo, non del tutto inatteso, visto che i più smaliziati lo potranno immaginare facilmente; la trama del racconto appare banale ed in effetti un po' lo è. Il punto di forza è la notevole descrizione della psiche dei personaggi, soprattutto della moglie. Ma è reso molto meglio nell'altra storia che ho letto di Zweig.
L'autore è efficace nel raccontare i turbamenti dell'anima, le angosce interiori, ma qui, complici anche i quasi cento anni che ci separano dalla storia, non sorprende e non riesce ad entusiasmarmi praticamente mai.
Di suo mi rimane da leggere anche “La novella degli scacchi”, che dovrebbe essere il suo racconto più famoso. Speriamo che sia altrettanto valido di “Lettera di una sconosciuta”, perchè considerando il tutto e tirando le somme della lettura, questo non mi ha convinto fino in fondo.