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Kelanth

Kelanth

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Kill Creek

Kill Creek

By
Scott   Thomas
Scott Thomas
Kill Creek

“Kill Creek” di Scott Thomas è stato un vero e proprio incubo di lettura e in questo caso non è da considerarsi un commento positivo visto che stiamo parlando di un libro dell'orrore, qui da far rabbrividire ci sono solo i personaggi e la storia pessima.

Mi ero salvato questa lettura da fare, in quanto una sedicente “esperta” delle letture del genere orrore l'aveva consigliato come “must read” durante un'intervista in un podcast che seguo, ecco io magari non sono propriamente un esperto del genere, le mie letture di questo genere si limitano ai libri di Stephen King e a qualche autore che ha seguito il filone zombie, ma posso ben constatare come questo libro sia pieno d cliché che neanche un b-movie degli anni ottanta si degnerebbe di mettere in scena.

Il libro prometteva un'esperienza horror coinvolgente, la casa infestata è da sempre un classico, ma ha consegnato solo noia e frustrazione. Le atmosfere oscure promesse si sono rivelate banali e prevedibili. Thomas ha cercato di giocare con cliché del genere, ma senza alcuna originalità o suspence. Questo libro è stato un completo spreco di tempo e non lo consiglio a nessuno.

I personaggi di “Kill Creek” sono ancor peggio delle macchiette. Sono così unidimensionali e stereotipati che sembrano usciti direttamente da una serie televisiva di bassa qualità. Non c'è profondità psicologica né sviluppo dei personaggi, rendendo impossibile affezionarsi a loro o preoccuparsi per le loro sorti. È un altro motivo per cui questo libro è stato una delusione totale.

Menzione particolare alla figura femminile, la scrittrice protagonista su tutte che, per esempio, dopo aver fatto sollevamento pesi e una doccia si mette a scrivere per ore in piedi nuda il suo libro o che indossa abiti da cui le tette esplodono e che manda a fare in culo il 99% dei personaggi che incontra, ambè ‘o. ‘Ammazza se sei figa. (ah, ovviamente le storie dei suoi libri hanno le perversioni sessuali come sfondo).

Seconda menzione particolare anche al finale che è stato il culmine di questa deludente esperienza di lettura, così prevedibile e scontato che lo sentivi arrivare da chilometri di distanza, invece di lasciare il lettore con un senso di inquietudine o shock, il finale ha lasciato solo un senso di frustrazione per tutto il tempo sprecato nella lettura di questo libro.

2023-09-11T00:00:00.000Z
Ferrovie del Messico

Ferrovie del Messico

By
Gian Marco Griffi
Gian Marco Griffi
Ferrovie del Messico

È difficile trovare le parole giuste per esprimere la profonda delusione che ho provato leggendo “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi. Si tratta, senza ombra di dubbio, di uno dei peggiori libri che abbia mai avuto il dispiacere di sfogliare; purtroppo ne avevo grandi aspettative, viste le recensioni positive che avevo letto e dunque la delusione è stata ancora più grande.

Partiamo da una premessa: io amo molto i libri storici, soprattutto quelli ambientati nella prima o nella seconda guerra mondiale, non faccio distinzioni tra saggi o romanzi, ne ho letti moltissimi e non mi faccio problemi ad amare un saggio, un romanzo fedelmente ricostruito oppure un libro in cui Hitler e la Germania vincono la guerra e si narrano vicende inventate (Fatherland è uno dei miei libri preferiti, per esempio). Dunque con questo dovevo andarci a nozze e invece non è stato affatto così e le ragioni principali sono tre:

1. Mi ha dato fastidio (cosa del tutto personale, ovviamente), in molte parti del libro, l'ironia che si è fatta inventando stralci di conversazioni dei gerarchi nazisti, rendendoli di fatto delle macchiette. Stessa identica ragione per cui non mi è piaciuto affatto “La vita è bella” di Benigni; posso leggere degli orrori della guerra, mi piace chi romanza sulla guerra inventando storie di spie, di eroi, che raccontano di gente comune, di ebrei deportati e uccisi con crudeltà infinita, ma non chi ci fa ironia sopra.

2. Ho letto di questo libro, come di un libro “enciclopedico”, ovvero di un libro che ha dentro tantissimi altri libri e storie e citazioni e nozioni (inventate o meno); confermo, il problema è che a me ha annoiato a morte: le parti del Messico sono insopportabilmente lunghe e prolisse di narrazioni che non mi hanno affascinato per nulla. Altri capitoli si vede proprio che erano racconti a parte (come anche scritto nella postfazione) e inseriti nel libro adattandoli al contesto. Oltretutto uno di questi contiene i due soli personaggi decenti del libro e qui veniamo al terzo punto.

3. Ho odiato il personaggio principale dal principio, lui e il suo stramaledetto mal di dente che lo tormenta per tutto il libro, quanto mi sarebbe piaciuto che avesse vinto il dente alla fine. Un ventenne fascista che si arruola per scappare da una vita che non gli piace e che per tutto il libro chiede aiuto a tutti quelli che conosce per poter portare a termine la sua missione senza praticamente fare nulla, trascinato dagli eventi per interi capitoli, per poi fare l'unica azione decente del libro nel finale e nulla più. Anche gli altri personaggi principali non mi sono piaciuti per nulla, l'unico degno di nota l'amico Firmino (la sua l'unica storia che mi ha emozionato).

Quello che si salva è la descrizione della vita e degli usi dell'Italia sul finire della guerra: i vari rimandi alle canzoni, ai prodotti, alla vita di tutti i giorni e le descrizione dei paesaggi di Asti e dei dintorni. Quello che ancora non si salva è anche tutta la parte di “fantasy” (non mi viene altro modo di definirlo) che coprono alcune parti del libro, che forse non son altro sfoggio di una buona scrittura, ma per me, fine a sé stessa.

In conclusione, “Ferrovie del Messico” è un libro che non solo non mi è piaciuto, ma mi ha infastidito nella lettura: trama confusa e infilata una dentro l'altra, prolissa e noiosa in molte parti, i personaggi principali deboli e irritanti hanno reso questa esperienza di lettura terribile da portare avanti. Tralascio anche il finale, che è meglio. Se cercate un buon libro da leggere, rivolgetevi altrove: per me è stata veramente una delusione totale, forse anche perché partivo da aspettative molto alte.

2023-08-25T00:00:00.000Z
Atlante tascabile delle isole remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò

Atlante tascabile delle isole remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò

By
Judith Schalansky
Judith Schalansky,
Francesca Gabelli
Francesca Gabelli(Translator)
Atlante tascabile delle isole remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò

“Atlante tascabile delle isole remote” di Judith Schalansky è un libro straordinario e affascinante. La scrittrice ci trasporta in un viaggio emozionante attraverso le isole più remote e misteriose del mondo, presentandoci una serie di luoghi incantevoli e unici, spesso disabitati o con pochissimi abitanti.

Senza dubbio, “Atlante tascabile delle isole remote” offre una varietà di storie, alcune delle quali risultano particolarmente affascinanti e coinvolgenti. Judith Schalansky è abile nel presentare una selezione di isole con narrazioni ben scritte e avvincenti, mentre altre possono risultare meno interessanti. Tuttavia, la sua capacità di trasportarci in mondi lontani rimane straordinaria.

Inoltre, l'impaginazione e la costruzione del libro sono davvero azzeccate. Il design accurato e le illustrazioni dettagliate contribuiscono a rendere l'esperienza di lettura molto accattivante. La cura nei dettagli e l'organizzazione intelligente delle informazioni rendono il libro una vera e propria chicca letteraria e geografica.

La prosa è delicata e coinvolgente, catturando l'immaginazione del lettore e portandolo in luoghi lontani e sconosciuti. Inoltre, l'organizzazione del libro lo rende facile da consultare, rendendolo un compagno perfetto per chi ama scoprire il mondo attraverso le pagine di un libro.

Consiglio vivamente “Atlante tascabile delle isole remote” a tutti coloro che cercano un'esperienza letteraria unica e avvincente, mi sembra un libro perfetto da portare sotto l'ombrellone.

2023-07-31T00:00:00.000Z
Nuoto libero

Nuoto libero

By
Julie Otsuka
Julie Otsuka
Nuoto libero

Ho appena terminato la lettura di “Nuoto Libero” di Julie Otsuka e devo dire che sono rimasto piuttosto deluso. Nonostante le aspettative positive, dovute soprattutto al fatto che io pratico il nuoto come sport, il libro non è riuscito a catturarmi o a coinvolgermi in modo significativo.

Una delle principali ragioni della mia insoddisfazione è stata la mancanza di una trama chiara e coerente. Il romanzo sembrava una serie di frammenti scollegati, che rendevano difficile seguire il filo della narrazione e comprendere il significato complessivo della storia. L'autrice ha scelto uno stile narrativo particolare, ma purtroppo questo ha compromesso la coesione del racconto.

Indubbiamente, devo ammettere che la prima parte del libro, incentrata sulla descrizione dettagliata di chi va a nuotare, è stata un aspetto positivo. Julie Otsuka ha dimostrato una capacità unica nel catturare l'essenza e le emozioni dei nuotatori, immergendoci letteralmente in quella sensazione di libertà e leggerezza che solo il nuoto può offrire. Le immagini vivide e poetiche utilizzate per dipingere queste scene mi hanno coinvolto e hanno reso la lettura piacevole.

Tuttavia, pur apprezzando questa parte, devo ribadire che il resto del libro non ha raggiunto gli stessi livelli di coinvolgimento e interesse. La mancanza di una trama solida e personaggi ben sviluppati ha minato la mia esperienza complessiva con il romanzo. Sebbene alcune parti siano state ben realizzate, il libro nel suo insieme non è stato in grado di soddisfare le mie aspettative di una storia avvincente e appagante.

Inoltre, ho trovato difficile connettermi con i personaggi del libro. Nonostante alcuni fossero ben sviluppati, molti altri sembravano essere solo abbozzati, privi di profondità e di motivazioni chiare. Questo ha reso difficile simpatizzare o provare empatia per loro, riducendo l'impatto emotivo della storia.

Un altro aspetto che mi ha deluso è stata la mancanza di una conclusione soddisfacente. Il libro sembrava promettere una rivelazione o una svolta significativa, ma alla fine ho trovato la chiusura piuttosto insignificante e poco appagante.

Ciò nonostante, devo riconoscere che lo stile di scrittura di Julie Otsuka è eloquente e poetico, e alcune scene erano descritte in modo magistrale. Tuttavia, ciò non è bastato a compensare i difetti strutturali e di caratterizzazione che ho riscontrato.

In conclusione, “Nuoto Libero” di Julie Otsuka non ha rispettato le mie aspettative e non mi ha lasciato un'impressione positiva. Sebbene la scrittura dell'autrice possa piacere ad alcuni lettori, il libro nel suo insieme è stato per me una delusione.

2023-07-24T00:00:00.000Z
Tre giorni di felicità

Tre giorni di felicità

By
Sugaru Miaki
Sugaru Miaki
Tre giorni di felicità

“Tre giorni di felicità” è un romanzo, tratto dal manga dell'autore, che si distingue per la sua ambientazione giapponese e la storia fantastica che narra. La trama ruota attorno a un giovane ragazzo che, privo di scopi nella vita (ma che sembrava da bambino destinato a grandi imprese), decide di vendere il resto dei suoi giorni in cambio di denaro. Questa scelta insolita e drammatica offre un punto di partenza interessante per esplorare temi profondi come il significato della vita, l'amore e la ricerca della felicità.

Il libro riesce a mantenere un tono positivo, nonostante la premessa triste della trama, e ciò contribuisce a creare un equilibrio nella narrazione. Man mano che il protagonista affronta i suoi ultimi tre mesi di vita, si svolgono eventi che lo conducono a scoprire l'amore e a riflettere sulla vera essenza della felicità. Questo percorso di crescita personale può risultare ispirante per i lettori e far emergere diverse emozioni lungo il cammino.

L'ambientazione giapponese conferisce al romanzo un fascino particolare, con riferimenti alla cultura, alle tradizioni e alla filosofia nipponica. Ciò aggiunge una dimensione interessante alla storia, permettendo al lettore di immergersi in un contesto diverso e affascinante.

Nel complesso, “Tre giorni di felicità” offre una storia avvincente che unisce elementi fantastici a una riflessione sulla vita e la felicità. Sebbene la trama sia incentrata sulla morte imminente del protagonista, il libro riesce a trasmettere un senso di speranza e di apprezzamento per i momenti preziosi che rendono la vita degna di essere vissuta.

Nonostante tutto quanto scritto sopra, probabilmente la veste di “libro” non risulta particolarmente azzeccata e (sebbene non lo abbia visto) credo che il racconto dia il massimo come fumetto. La storia si fa leggere, ma non eccelle per qualità e credo che presto di questa storia non rimarrà che l'idea, accattivante devo dire, ma null'altro.

2023-07-16T00:00:00.000Z
Gentiluomo in mare

Gentiluomo in mare

By
Herbert Clyde Lewis
Herbert Clyde Lewis
Gentiluomo in mare

“Gentiluomo in mare” è un libro dell'autore Herbert Clyde Lewis, che non ha avuto certo una vita facile sia a livello autoriale, che personale. La storia affronta tematiche profonde e coinvolgenti attraverso una storia avvincente, anche se piuttosto breve. La trama si concentra su un uomo che, improvvisamente, decide di abbandonare una vita apparentemente perfetta con un lavoro eccellente, una moglie ideale e due figli e partire senza una meta definita, per poi precipitare in mare durante una crociera.

L'autore esplora la complessità della psicologia umana e le ragioni che possono spingere una persona a prendere una decisione così drastica. La narrazione offre una prospettiva intima sulla lotta interna del protagonista, i suoi dubbi, i rimpianti e la ricerca di un senso di libertà e avventura.

Le descrizioni dell'ambiente marino e delle sfide che il protagonista affronta durante il suo naufragio, sono dettagliate e coinvolgenti. Si riesce a provare l'isolamento, la disperazione e l'energia che emerge dalla sua lotta per sopravvivere.

Tuttavia, alcuni lettori potrebbero trovare la trama e le scelte del protagonista poco realistiche, soprattutto molto vetuste le idee della società e del protagonista (il libro è stato scritto nel 1937) o difficili da comprendere. Le decisioni via via prese dal protagonista possono risultare poco plausibili per alcuni, rendendo difficile l'empatia verso il personaggio.

In definitiva, “Gentiluomo in mare” è un libro che offre una storia intrigante e stimolante, ma che potrebbe non essere apprezzato da tutti a causa delle scelte poco comprensibili del protagonista. Consiglio questo libro a coloro che sono interessati a esplorare i dilemmi esistenziali e le conseguenze delle decisioni radicali nella vita, ma se non seguirete il mio consiglio, non è che mi strapperò le vesti nella pubblica piazza.

2023-06-25T00:00:00.000Z
Revolutionary Road

Revolutionary Road

By
Richard Yates
Richard Yates,
Mark Bramhall
Mark Bramhall
Revolutionary Road

“Revolutionary Road” di Richard Yates è un romanzo avvincente e provocatorio che offre una visione profonda e realistica della vita suburbana negli anni ‘50. Yates dipinge un quadro intenso e incisivo delle dinamiche familiari e dei sogni infranti di Frank e April Wheeler, la coppia protagonista. La scrittura di Yates è impeccabile, con una prosa tagliente e un'abilità straordinaria nel descrivere le emozioni dei suoi personaggi. Da questo libro è stato tratto anche un bel film con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet come protagonisti.

Il romanzo affronta temi universali come l'alienazione, la ricerca di significato e la disillusione, creando un forte impatto emotivo nel lettore. La trama è ben strutturata e piena di tensione, mantenendo il lettore incollato alle pagine fino all'ultima riga.

Frank Wheeler è un individuo ambizioso e idealista, ma che si trova intrappolato in una vita che lo delude. Ha grandi sogni di successo e di realizzazione personale, ma finisce per vivere una vita ordinaria e insoddisfacente nella tranquilla periferia. Frank è tormentato da un senso di frustrazione e disillusione, cercando un'uscita dalla monotonia attraverso azioni spesso egoistiche e autodistruttive.

April Wheeler, la moglie di Frank, è una donna che aspira a una vita più significativa e appassionata. Ha una personalità vivace e sognatrice, ma si trova imprigionata in un ruolo di casalinga che non la soddisfa. La sua lotta per trovare un senso di realizzazione e la sua ribellione contro le aspettative sociali creano un conflitto interno intenso, che si manifesta nel corso della storia.

Entrambi i personaggi sono molto complessi e Yates li esplora in profondità, rivelando le loro fragilità, le loro debolezze e le loro contraddizioni. La loro relazione tumultuosa e le dinamiche di potere che si instaurano tra di loro sono analizzate in modo acuto e realistico. Yates ci mostra i loro desideri nascosti, i loro fallimenti e le conseguenze delle loro scelte.

L'analisi dei personaggi in “Revolutionary Road” è profonda e incisiva, permettendo al lettore di comprendere le loro motivazioni e di riflettere sulle complessità dell'esistenza umana. La loro rappresentazione accurata e sfaccettata contribuisce all'intensità emotiva e alla forza del romanzo nel complesso.

“Revolutionary Road” è una storia profonda e toccante che esplora le difficoltà della vita coniugale, la lotta per realizzare i propri sogni e la ricerca della felicità. Alcuni passaggi mi hanno lasciato un vuoto dentro e un senso di disperazione profonda.

Consiglio vivamente questo romanzo a chiunque sia interessato a opere letterarie intense e stimolanti ma che sia preparato a leggere disperazione e frustrazione dietro a un telo trasparente di felicità.

2023-06-14T00:00:00.000Z
I miserabili

I Miserabili

By
Victor Hugo
Victor Hugo,
E. De Mattia
E. De Mattia(translator)
I miserabili

Quando finisco di leggere un grande classico, m'immagino sempre ritto sull'attenti, petto in fuori, mentre lo spirito dei Grandi Lettori mi appunta sulla divisa l'ennesima decorazione al valore; e dunque la medaglia de “ I Miserabili” va vicino alle altre... “Guerra e pace”, “Il Conte di Montecristo”, “I fratelli Karamazov”, “Il grande Gatsby”... e via così... non so mi fa sentire appagato e fiero, indipendentemente dalla storia, dal libro in sè. Probabilmente è una immagine senza senso, lo so, ogni storia è importante, ogni libro letto merita lo stesso trattamento che sia un Manga o “Il giovane Holden”, ma questa è la mia sensazione.

Piccola premessa: questa non vuole essere una recensione, io non ho gli studi, le competenze e tanto meno la sicumera di poter recensire un'opera come “I Miserabili”, per questo vi lascio alle tante tesi, i libri e le vere recensioni fatte da chi ha la competenza di farlo; io mi limiterò a scrivere le mie sensazioni, quello ho provato leggendo e semplicemente quello che mi è piaciuto o meno di questa storia. Una piccola aggiunta alla mia premessa: questo è il terzo libro di Hugo che leggo dopo “L'ultimo giorno di un condannato a morte” e “L'uomo che ride”, eh già non ho ancora letto “Notre Dames de Paris”, prossima medaglia e tutti mi sono piaciuti.

Dunque ecco qua quello che ho detestato e quello che ho amato alla follia (sì, non ci sono vie di mezzo tra quello che ho provato durante la lettura):

Quello che ho detestato:

Parigi (e le sue fogne): sì, sono uno di quelli che ha visto Parigi e ha detto “e dunque?”, non ho visto una moltitudine di metropoli, ma Parigi non rientra di certo tra le mie preferite, farò il campanilista ma Roma o Venezia vale dieci Parigi. Ma anche una Praga, una Londra, una Lisbona... giusto per restare in Europa. Comunque, pagine e pagine su Parigi, sui quartieri di Parigi, sulle vie di Parigi, sulle fogne di Parigi, su quanto i parigini sono fighi (e lo sono solo loro), Hugo mi è sembrato un ultras in curva... anche meno, grazie!

Conventi (e le loro storie): vita nei conventi del 1800, storia dei vari conventi, storia delle religiose nei conventi nei vari stati europei. Pace e Amen, fratello.

Waterloo (la battaglia): io amo la storia, ho molti libri di storia, biografie di combattenti e storie di battaglie famose, dunque questi capitoli per me non dovevano essere un problema, e invece lo sono stati, le descrizioni mi hanno annoiato a morte.

Gergo (e la sua disamina): pagine e pagine sul come e perchè Hugo abbia inserito parole gergali in quest'opera e la disamina di cosa sia e di come nasce il gergo e le parole gercali, rabbrividiamo.

Cosette: a ben vedere la seconda protagonista della storia, appena appare bambina agli inizi del libro, subito profonda antipatia, così a pelle, poi quando cresce e nella parte finale del libro ormai donna, profonda detestabilità, del tipo “ti prego muori, fai un regalo all'umanità tutta”, sarà stato complice certamente il ruolo della donna del 1800 che mi ha dato sui nervi, ma veramente l'avrei presa a schiaffi.

Marius: l'innamorato di Cosette, Dio li fa e poi li accoppia, ho detto tutto.

Dio: non è colpa sua, ma io ateo convinto, ho mal digerito la Provvidenza sparsa come il sale sull'insalata, che tutto accomoda.

Quello che ho amato alla follia:

Storia: la storia è sublime, al di là dei personaggi, del contesto, dell'ambientazione. Le vicende narrate sono qualcosa che vanno lette, che ogni Lettore dovrebbe leggere, perchè altrimenti non saprete mai come si racconta e si può vivere una storia.

Jean Valjean: un Personaggio che rimarrà per sempre dentro di me, come Il Conte di Montecristo, lui tiene in piedi tutto l'opera: Ex galeotto, condannato ai lavori forzati a causa di un furto commesso per fame, perennemente braccato dalla legge, dotato di una carità e umanità sorprendente.

Javert: quando si dice l'acerrimo nemico. Un Cattivo che forse non lo è, vorrei dire tanto del finale su Javert, davvero tanto, ma mi taccio (ma perchè?!).

Thénardier: il cattivo che è veramente cattivo in tutto il suo essere e che oltretutto non finisce come di solito finiscono i cattivi. Chapeau.

Vescovo Charles-François-Bienvenu Myriel: solitamente non mi piacciono i personaggi religiosi nei libri, ma per lui faccio un'eccezione, mi piacerebbe parlare con un personaggio così per ore.

E questo è quanto ho da dire su “I Miserabili” di Victor Hugo, anzi ci aggiungo anche un: “leggetelo, alla fine sarete dei lettori migliori”.

2023-05-26T00:00:00.000Z
Anxious People

Gli ansiosi

By
Fredrik Backman
Fredrik Backman,
Neil   Smith
Neil Smith(Translator)
Anxious People

Davvero molto carino questo libro, quello che si potrebbe definire in maniera perfetta come un “comfort book”. Quei libri che ti fanno sentire bene e alla fine in pace con il mondo. Ho visto che da questo libro è stata tratta una serie su Netflix, che ora guarderò, sperando di non rimanerne deluso come spesso accade, purtroppo.

In “Gli ansiosi”, Backman crea un cast di personaggi ben sviluppati e abbastanza realistici che affrontano le loro ansie in modi diversi. Ognuno dei personaggi ha una storia e una personalità uniche e affronta le proprie ansie in modi diversi. Il libro affronta anche temi importanti come la salute mentale, la solitudine, l'amicizia e l'amore. Tra le pagine ci sono molti momenti toccanti e commoventi, ma Backman è in grado di equilibrare queste emozioni con momenti di leggerezza e humor (forse a volte esagerando un poco), creando così un'esperienza di lettura molto appagante.

La trama è ben strutturata e coinvolgente, e l'autore è in grado di mantenere alta l'attenzione del lettore fino alla fine: tutto inizia con una rapina in una banca e con una presa d'ostaggi durante una vendita di un appartamento e non aggiungo altro per non rovinare le varie sorprese di questo libro.

L'autore utilizza uno stile di scrittura coinvolgente che ti tiene incollato alle pagine e ti fa sentire come se facessi parte della vita dei personaggi. Il suo modo di raccontare le storie è semplice, ma allo stesso tempo elegante, e ti fa immergere completamente nel mondo che ha creato.

In sintesi, “Gli ansiosi” di Fredrik Backman è un libro toccante e ben scritto che affronta le ansie e le paure che tutti noi dobbiamo affrontare nella vita. Consiglio questo libro a chiunque cerchi una storia coinvolgente, piena di emozioni e con personaggi che non si dimenticano facilmente.

2023-04-05T00:00:00.000Z
Project Hail Mary

Project Hail Mary

By
Andy Weir
Andy Weir
Project Hail Mary

Mi dispiace dirlo, ma “Project Hail Mary” di Andy Weir è stata una grande delusione per me. Sebbene l'idea alla base del romanzo avesse un grande potenziale, la sua realizzazione, secondo me, è stata sviluppata male.

Il personaggio principale, Ryland Grace, mi è sembrato non solo parecchio stupido e inadeguato, ma anche irritante. Non sono riuscito a simpatizzare con lui o a comprendere parecchie delle sue decisioni. Inoltre, i personaggi comprimari erano poco più che macchiette di se stessi, con caratterizzazioni deboli e poco interessanti. Il supercapo con poteri immensi, i russi che parlano come idioti, i francesi che bevono il vino e fanno sesso, mancavano solo gli italiani che facevano le pizze.

La trama, inoltre, è priva di suspense, per pagine e pagine succede poco e sono infarcite di nozioni fisiche fino allo sfinimento che sebbene interessanti rallentano di molto lo svilupparsi della trama. Il libro si trascinava lentamente senza grandi colpi di scena o momenti di grande impatto emotivo, a parte il finale, per cui ho lasciato la seconda stella.

Anche lo stile di scrittura di Weir era troppo tecnico e sterile, mancando della creatività e abbondando fino all'irritante nell'umorismo, che nel suo lavoro precedente, “The Martian” aveva caratterizzato positivamente la storia. Mi dispiace dover aggiungere che anche le ambientazioni spaziali, che avrebbero potuto essere un punto di forza del libro, sono state descritte male e in modo troppo tecnico. Sebbene ci fossero alcuni concetti scientifici interessanti e le descrizioni dei paesaggi spaziali fossero dettagliate, queste sono state presentate in modo noioso e poco coinvolgente.

Insomma se avete adorato “The Martian” come me, non provateci nemmeno con questo.

2023-03-22T00:00:00.000Z
Addio Babilonia

Addio Babilonia

By
Pat Frank
Pat Frank,
Romolo Minelli
Romolo Minelli(Translator)
Addio Babilonia

Mi piacciono molto i libri post-apocalittici e ogni tanto ne leggo qualcuno, non ho preferenze su quale sia stata la catastrofe per la quale i sopravvissuti si ritrovano da soli a combattere mentre il mondo intorno a loro non è più lo stesso (guerra nucleare, zombie, epidemie) ne ho letti davvero tanti e ne rimango sempre affascinato, vedasi “L'ombra dello scorpione” di King o “Io sono leggenda” di Matheson, giusto per citarne due dei più famosi.

Purtroppo, devo dire che “Addio Babilonia” non è stato un romanzo che mi ha entusiasmato. Anche se apprezzo la sua importanza storica come uno dei primi romanzi di fantascienza post-apocalittica, ho trovato il suo stile di scrittura abbastanza datato e piatto: mal scritto, peggio ancora mal tradotto e che risente di tutti i suoi sessant'anni circa. Mentre lo leggevo avevo un prurito allergico costante provocato dai “negri” stupidi, dalle donne che cito “stanno in cucina, lavano, scopano e rifanno i letti” stupide pure loro e che se non hanno un Uomo (con la u maiuscola accanto) sarebbero irrimediabilmente perse; nei giorni in cui scrivo questa recensione c'è un dibattito in atto perchè si vorrebbero censurare nei libri di Dahl parole come “grasso”, ebbene io credo che se fossi che so... una donna e pure di colore, come minimo vorrei fare causa a tutti i discendenti di Pat Frank fino al 2100 d.c.

La trama, che segue un gruppo di sopravvissuti in un mondo devastato da una guerra atomica, non è riuscita a catturare la mia attenzione. Ho trovato che i personaggi erano piuttosto stereotipati e poco sviluppati, e la loro interazione non mi ha coinvolto emotivamente.

Inoltre, ho trovato che la descrizione del mondo post-apocalittico fosse piuttosto superficiale e poco realistica. La società che si è creata tra i sopravvissuti sembra troppo organizzata e pacifica, considerando l'entità della catastrofe. Questo mi ha reso difficile immaginare veramente la situazione e mi ha tolto dal coinvolgimento nella storia.

Di libri post-apocalittici, ripeto, ne ho letti tanti ma brutto come questo, per fortuna pochi. Eh spero che la nausea che mi sia venuta a leggerlo sia sintomo solo della storia e non del fall-out radioattivo.

2023-03-10T00:00:00.000Z
I miei stupidi intenti

I miei stupidi intenti

By
Bernardo Zannoni
Bernardo Zannoni
I miei stupidi intenti

Sinceramente non ho capito tutto il clamore per questo libro. Finale al Campiello... premio opera prima... ma de che? Prosa lenta; idea originalissima direttamente dall'antica Grecia di Esopo; personaggi stopposi.

Archie, la faina personaggio principale e narratore, credo di averla trovata insopportabile dopo poco dall'inizio del libro e averla cominciata ad odiare da metà: troppo animale quando è animale e troppo umana quando “impersona” gli umani. La volpe Salomon, che fa l'usuraia, non è da meno; forse mi stava giusto simpatica in quanto volpe. Gli altri personaggi animali che pace all'anima loro non sanno leggere e scrivere (come i due sopra citati) o sono troppo stupidi, o sono troppo crudeli. Forse il personaggio meglio riuscito è il cane Gioele, perchè non dice praticamente una parola in tutto il libro. Ah, poi vorrei sapere perchè tutti gli animali di questo libro parlano, tranne le galline, che sono buone solo per fare le uova o per essere mangiate. Cos'è? Discriminazione ovicola?

La trama praticamente finisce quando il protagonista impara a scrivere: e niente scriverà della sua vita, dopo aver riscritto quella della volpe. Ah sì, poi ci sta Dio e le scritture della Bibbia un po' dappertutto, un po' come il prezzemolo, Dio è crudele e poi anche buono o forse se ne frega e basta. E poi ci sta l'evangelizzazione tra i personaggi (la volpe alla faina al riccio), va bè Bernardo magari intuiamo vagamente la tua fede. Cioè la volpe e la faina scrivono le loro vite, mangiano come gli umani e hanno delle tane/case con orti e pollai, però per il resto sono animali. Dunque leggerete di animali che cacciano, si accoppiano, si massacrano l'uno con l'altro.

Veniamo alla scrittura, che non ha niente di speciale e sembra non essere pervenuto uno stile. Essendo Zannoni venticinquenne, mi aspettavo se non nell'idea degli animali che parlano, un qualcosa di innovativo, di sperimentale: invece la prosa è vecchia, con espressioni stereotipate e frasi trite e ritrite, sembra tutto già letto e riletto.

Che devo scrivere ancora? Ah sì, meno male che è breve e un cuoricino ai poveri polli, gli unici animali che non parlano. Cattive faine.

2023-03-03T00:00:00.000Z
This Is How You Lose the Time War

Così si perde la guerra del tempo

By
Amal El-Mohtar
Amal El-Mohtar,
Max Gladstone
Max Gladstone
This Is How You Lose the Time War

E' un po' che non leggevo fantascienza, uno dei miei primi amori (ricordo ancora i lunghi pomeriggi della mia adolescenza con in mano i libri di Asimov), perchè in questo contesto letterario, così come nel fantasy, è difficile trovare qualcosa che non sappia di già letto; qualcuno disse che tutto è già stato scritto e leggiamo solo varianti sul tema.

Invece questo libro mi ha sorpreso perchè l'approccio è davvero diverso e insolito e nel contesto dei viaggi temporali (già se ne occupò J. Verne) dove veramente è già stato scritto di tutto, trovare qualcosa che sorprende è già tanto: vediamo due agenti nemiche, Blue e Rossa, di due fazioni che si fronteggiano in una guerra su e giù nel tempo, l'Agenzia e il Giardino che attraverso delle lettere prima di sberleffo, poi di ammirazione e infine d'amore, sfideranno tutto e tutti per restare insieme.

Il libro offre tanti scenari diversi per le due protagoniste perchè appunto sfrutta i viaggi nel tempo per far sprofondare il lettore nel mito di Atlantide o nelle conquiste romane ai tempi di Cesare, fino ad arrivare a battaglie galattiche e mondi completante diversi dal nostro talmente in là nel tempo da risultare sconosciuti e da scoprire. Sempre con le due agenti nemiche che infine si troveranno da combattenti ad amanti, con in sottofondo le anacronie e i paradossi che i viaggi nel tempo possono portare.

Cosa non mi è piaciuto? Forse la ripetitività delle situazioni e probabilmente anche la lunghezza delle lettere tra le due protagoniste verso la fine, non so, credo che da questo romanzo breve si sarebbe potuto distillare un bellissimo racconto lungo tagliando un po' qui e là, facendo così risaltare ancor più l'originalità della storia che alla lunga un po' stanca.

Comunque consiglio questo libro agli amanti della fantascienza e in particolare a chi è attratto dai viaggi del tempo con tutti suoi paradossi, arriverei anche a suggerirlo o regalarlo agli appassionati di storie romantiche che vorrebbero avventurarsi in qualcosa di diverso.

2023-02-20T00:00:00.000Z
Il cielo è dei violenti

Il cielo è dei violenti

By
Flannery O'Connor
Flannery O'Connor,
Ida Omboni
Ida Omboni(Translator)
Il cielo è dei violenti

Avevo sentito parlare di questo libro in un podcast che seguo e viste anche le recensioni positive qui su Goodreads mi sono messo a leggerlo in quanto me lo avevano presentato come un libro “folgorante”, “scritto nel 1960, ma con un linguaggio attuale” e ancora “quasi disturbante nella sua violenza”, oppure “che tratta di temi attuali e per capire il fondamentalismo religioso”.

1. La folgorazione volevo proprio che mi scendesse tra le mani: un bel fulmine e la sparizione di quello che avevo sotto gli occhi. ZZZAAP!!!
2. Il linguaggio è attuale come il pitale che i miei nonni tenevano sotto il letto quando il cesso stava fuori casa.
3. Ero sì disturbato dalla violenza: dalla mia stesa violenza che voleva gettare questo libro dalla finestra (e giuro che mi capita davvero raramente).
4. Fondamentalmente e religiosamente ho capito che questo libro mi ha fatto cagare.

E con questo ho scritto tutto ciò che dovevo dire su questo libro.

2023-02-10T00:00:00.000Z
Everything Calls for Salvation

Tutto chiede salvezza

By
Daniele Mencarelli
Daniele Mencarelli
Everything Calls for Salvation

Dopo “La casa degli sguardi” e una breve pausa con un altro libro (perchè in qualche modo alcuni libri vanno fatti decantare con calma) mi sono messo a leggere quest'altra opera di Mencarelli: qui troviamo l'autore più giovane rispetto al primo libro, ha vent'anni, ma sempre con la sua sensibilità estrema che lo porta ad una sorta di autodistruzione per poter vivere senza soffrire.

Anche questo romanzo è tratto dalla vita dell'autore poeta che racconta il suo male di vivere e qui lo troviamo rinchiuso in un reparto psichiatrico dopo un TSO (trattamento sanitario obbligatorio), ci si risveglia dopo aver distrutto casa e quasi fatto morie il padre di crepacuore; qui Mencarelli non è ancora schiavo dell'alcool come nel secondo romanzo, qui è giovane, ha ancora un vita sociale con degli amici, ma si vede già che li perderà tutti, mentre i suoi coetanei si sballano per divertirsi, lui prova qualsiasi tipo di droga per soffocare il dolore che ha dentro.

Il risveglio è traumatico, si ritrova prigioniero in questo reparto dove ci sono i “matti”, persone con vari tipi di disturbi mentali, con alcuni potrà interagire, con altri cercherà di farlo, ma loro sono i perduti per sempre, loro sono oltre qualsiasi tipo di cure. Anche questa storia è straziante, piena di umanità vera e vissuta, dolorosa al punto di ferirti dentro, perchè molto coinvolgente e resa ancor più reale dall'uso del dialetto romanesco; tutto è lì davanti a te come se ci fossi anche tu in quel reparto.

Anche questo libro mi è piaciuto molto: la storia è bellissima nella sua crudità e nel dolore che traspare dalle pagine, i personaggi (soprattutto gli internati come l'autore) sono resi perfettamente nella loro malattia e anche i luoghi dell'ospedale, con quel caldo soffocante della stanza (Mencarelli finì in TSO durante i mondiali di calcio del ‘94) rendono quel senso di opprimente e di dolore così vero da entrare nel vissuto personale di chi legge. E come nel primo romanzo, mentre lo leggevo mi faceva sentire grato delle cose che ho, delle persone che mi circondano, delle vite che potrei aver vissuto e buttato; perchè quanti di noi, soprattutto nel periodo così complicato dell'adolescenza hanno avvertito quel mal di essere? Quanti hanno avvertito come la membrana a volte era così sottile tra la felicità e il dolore perenne?

Bravo Daniele e grazie.

2023-02-04T00:00:00.000Z
Station Eleven

Stazione undici

By
Emily St. John Mandel
Emily St. John Mandel
Station Eleven

Mentre leggevo questo romanzo post-apocalittico del 2014 dove un'influenza, con una mortalità del 95%, spazza via praticamente tutta l'umanità e assistiamo al crollo della nostra civiltà così come la conosciamo oggi, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto probabilmente ci siamo andati vicino in questi due anni, a quanto ci siamo andati vicini in passato e a quanto probabile sia che ciò avvenga in futuro, dove le distanze sono così annullate.

Un post-apocalittico che di primo acchito sembra richiamare tutti i clichè del genere: persone rifugiate in casa mentre intorno il mondo crolla, i sopravvissuti che vagano per le strade e nelle città abbandonate alla ricerca di vestigia della civiltà che fu e ancora profeti, violenza e barbarie; ma questo si differenzia per due importanti aspetti: il primo è che i protagonisti non sono sempre alla ricerca della mera sopravvivenza e basta, ma sono impegnati a portare la “cultura” ai sopravvissuti, tramite spettacoli teatrali e di musica in modo itinerante e anche perchè la narrazzione è divisa tra momenti del mondo post pandemia (all'incirca un ventennio dopo) e flashback del passato pre apocalisse, intrecciando i personaggi e le storie (molto originali) del prima e del dopo.

Alla base, che lega i destini di tutti, un fumetto sopravvissuto all'apocalisse e che da anche il titolo al romanzo: “Stazione Undici” disegnato e scritto da uno dei protagonisti. il libro si differenzia dal genere classico anche perchè non indugia troppo nel macabro o nel “disaster-movie” o nei dettagli quotidiani della sopravvivenza in sè, per cui per altro ci sono molti altri libri scritti in questa maniera.

Dunque, mi è piaciuto molto: in primis perchè io amo questo genere distopico apocalittico in generale, ma soprattutto perchè sguazzando in un genere in cui è stato scritto praticamente di tutto, mi ha dato una visione diversa e più nostalgica quasi, come se fosse patinato e anche perchè l'autrice scrive molto bene. Mi sento di consigliarlo sia agli amanti del genere ma anche a chi vuole leggere qualcosa al di fuori delle proprie letture e che non si accosterebbe mai a questo tipo di libri; sono certo che sarà apprezzato da entrambi i lettori.

2023-01-29T00:00:00.000Z
Piccole cose da nulla

Piccole cose da nulla

By
Claire Keegan
Claire Keegan,
Monica Pareschi
Monica Pareschi(Translator)
Piccole cose da nulla

Piccole i cose libri da nulla.

2022-12-26T00:00:00.000Z
La casa degli sguardi

La casa degli sguardi

By
Daniele Mencarelli
Daniele Mencarelli
La casa degli sguardi
Se ci sei tu, Dio, dietro tutto, quello che fai compiere qua dentro non è giusto. Tu, non noi, dovresti chiedere perdono.



Libro primo dello scrittore e poeta Daniele Mencarelli, con questo romanzo ha debuttato nel 2018 come narratore, ma aveva già sulle spalle delle pubblicazioni precedenti come componitore di poesie. L'autore è piuttosto celebre con il suo secondo libro “Tutto chiede salvezza”, finalista allo Strega e vincitore dello Strega Giovani; questo è successivo temporalmente al secondo dove era più giovane.

Il personaggio principale è lui, l'autore che non fa mistero o finzione nel raccontare la sua vita, di entrare nei suoi dettagli ed episodi più intimi, una storia fatta di abusi di droghe prima e alcool poi fino alla redenzione finale. Daniele vive ai Castelli Romani, è un giovane poeta ventenne che non pubblica nulla da anni perché perso nell'ubriachezza perenne (nella dimenticanza come la chiama lui), dove cerca di annegare quel male che si chiama ansia, da una emotività dilaniante che lo porta a vivere tutto quello che lo circonda con un'intensità così dolorosa che lo stesso vivere è insopportabile.

Beve per annullarsi e ci riesce benissimo: sua madre ormai vive ormai sui tre scalini che portano alla sua camera per controllare che non muoia nel sonno, il padre non gli parla nemmeno più o quasi, lo devono trasportare di volta in volta in ospedali, andare a recuperarlo dove si abbandona ubriaco, tirarlo fuori dai guai ad ogni incidente di macchina che provoca guidando ubriaco.

Nella disperazione più totale chiede un aiuto ad un amico che gli troverà un posto di lavoro come addetto alle pulizie all'ospedale pediatrico “Bambin Gesù” di Roma e questo sarà la sua salvezza. Qui cominceranno i suoi mesi di pulizie e lavori vari: la fatica, lo sporco, il dolore costante di vedere la morte e la malattia sulle persone più innocenti, i bambini. Lui così sensibile da non riuscire a sopportare di vivere immerso in un luogo di dolore, ma anche di speranza.

Saranno quei lavori fatti così bene, la fatica del corpo a placare la mente, l'amicizia con i suoi colleghi di lavoro e il contatto con quel mondo di bambini sofferenti e infine la sua poesia a portarlo alla redenzione.

L'autore riesce con un linguaggio che sembra poesia a trasmettere tantissimo al lettore, la lettura scorre molto veloce e i dialoghi sono in romanesco e questo rende ancora più vero il racconto, lo porta così com'è stato, con tutto il suo bagaglio di emozioni, agli occhi di chi legge. Leggerò assolutamente anche il secondo suo romanzo, ma adesso devo anche lasciare scorrere un po' via questa esperienza perché anche io soffro un po' troppo tutta questa vita.

2022-12-19T00:00:00.000Z
Mockingbird

Futuro in trance

By
Walter Tevis
Walter Tevis
Mockingbird

Un bel romanzo di nicchia di fantascienza, pubblicato nel 1980 dove in un immaginario futuro distopico i robot sono stati demandati a prendersi cura dei loro inventori a cui hanno demandato tutto per lasciarsi scivolare in una vita comandata dalle droghe e da un individualismo estremo che ha portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione.

Il libro si svolge nel futuro intorno al 2.400 d.c. in quello che erano gli Stati Uniti d'America e prevalentemente a Ney York ed i protagonisti sono tre: Robert Spofforth, un'androide della serie nove (la più evoluta mai creata e ultimo della sua specie) con una mente copiata e modificata di uno dei suoi inventori che ha il solo desiderio di morire (il personaggio migliore secondo me); Paul Bentley professore che imparerà a leggere in un mondo che lo ha dimenticato e Mary Lou, donna con un quoziente intellettivo superiore, fuggiasca da questa società e che si ritroverà in mezzo ai due protagonisti maschili.

Quello che domina il pianeta è la “legge della Privacy”, che vieta ogni forma di contatto, l'individualismo dunque viene portato all'estremo e una falsa forma di interiorità e serenità al motto di “non chiedere, rilassati” data dalle droghe rilasciate ovunque uomini e donne si trovano a contatto solo per “il sesso in fretta è meglio”. Abolito l'amore, abolita la famiglia, abolita qualsiasi forma di lavoro fisico ed intellettuale, lasciato in mano a varie forme di robot dai più idioti a quelli che governano il mondo. Nelle droghe assunte per rilassarsi sono rilasciate anche sostanze per rendere la popolazione non più fertile e dunque non esistono bambini, l'uomo è destinato a scomparire.

Il libro presenta una struttura contraddistinta dall'alternanza delle storie dei protagonisti principali. La trama è molto avvincente ed originale, con punte di malinconia e tristezza; la narrazione è fluida, il libro si legge molto velocemente, ma questo non vuol significare che sia scontata o banale, anzi pone il lettore davanti a domande “esistenziali” e si proietta nella nostra introspezione.

Quello che più ho amato di questa storia è che il potere della conversione e di quella che probabilmente sarà la redenzione e la salvezza dell'umanità è demandato ai libri e la loro lettura che ancora una volta ci insegnano che “leggere è essere liberi”. In un mondo dove l'uomo che ha cercato la libertà nella tecnologia estrema e che si ritroverà manipolato da essa, un oggetto semplice e così poco tecnologico come un libro lo salverà.

Nonostante questo libro abbia quarant'anni le tematiche che contiene sono attualissime e se amate la fantascienza e ancor più il genere distopico, questo libro non potete di certo lasciarvelo scappare anche se non è (non si capisce neanche bene il perché) famoso come altri romanzi del genere.
Cosa scrivere ancora? Il finale potrebbe e forse dovrebbe essere catastrofico viste tutte le premesse, ma l'autore ce ne lascia uno pieno di speranza, a voi giudicare se lo ritenete giusto o meno dopo la lettura di questo libro.

2022-12-10T00:00:00.000Z
L'estate che sciolse ogni cosa

L'estate che sciolse ogni cosa

By
Tiffany   McDaniel
Tiffany McDaniel
L'estate che sciolse ogni cosa

“L'estate che sciolse ogni cosa” è un libro straordinario che cattura l'anima dei lettori fin dalla prima pagina. L'autrice ha creato un'opera commovente che affronta temi universali come l'amore, la perdita e la rinascita.

La scrittura è coinvolgente con una narrativa che fluisce con grazia. Le emozioni dei personaggi sono palpabili e ti coinvolgono in modo profondo.

Insomma ci sono libri che non hanno bisogno di tante parole o lunghe recensioni per descriverli, anzi forse scrivendoci sopra si rischia di togliere invece che di aggiungere.

La storia è meravigliosa;
E' scritto divinamente;

Tanto vi basti. 

2022-11-30T00:00:00.000Z
The Goldfinch

Il cardellino

By
Donna Tartt
Donna Tartt
The Goldfinch

Ho letto “Dio di illusioni” e ne sono rimasto folgorato, mi piaceva il titolo e ho cominciato a leggerlo senza sapere che l'autrice aveva vinto il Pulitzer nel 2014 con questo libro che ho appena finito; ho amato la scrittura della Tartt da subito e così anche il suo modo di raccontare storie e devo dire che sebbene i fulmini non cadano mai nello stesso posto, questa è come si suol dire l'eccezione che conferma la regola.

Il cardellino è una storia in flashback, scritto e narrato dal protagonista che ormai adulto, racconta la sua vita a partire dall'episodio tragico che ha sconvolto la sua infanzia e poi ha governato in maniera autodistruttiva la sua adolescenza e parte della sua vita adulta.

Per Il cardellino, Donna Tartt si è ispirata al piccolo quadro omonimo datato 1654 e firmato Carel Fabritius, che farà da sfondo a tutto il libro: da quando Theo per un tragico destino perde la madre in un attentato terroristico al Metropolitan Museum (ma che lo porteranno a conosce altre figure centrali nella sua vita) e deciderà di portarlo con sé dopo l'esplosione, a come lo porterà con sè dapprima in una ricca famiglia di New York di un compagno di scuola e suo amico, poi a Las Vegas dove lo porta il padre, alcolizzato e giocatore d'azzardo che aveva lasciato Theo e sua madre da qualche tempo e poi ancora a New York e infine in Europa dove segnerà la sua fine e la sua rinascita.

Questo è sicuramente un romanzo di formazione: la storia del protagonista che all'inizio è solo, la madre è morta, i nonni non lo vogliono, il padre è sparito per poi tornare solo per i soldi e l'incontro con Boris: un ragazzo dell'est, con un padre peggiore del suo che lo picchia e lo trascina per il mondo senza una fissa dimora, rocambolesco, furbo e scaltro che inizierà Theo alla droga e all'alcol, ma che è anche l'unico con cui ha una relazione vera e profonda. E poi Pippa, la ragazzina dai capelli rossi, ferita e superstite anche lei di quell'atto terroristico e Hobie che con il suo negozio di antiquariato rappresenta la pace e la salvezza che diventerà un punto cardine per la storia e per Theo, che lo formerà appunto per arrivare al momento della crescita finale.

L'autrice ci dice che il nostro cuore, da dove arrivano le nostre decisioni istintive non si sceglie, non possiamo essere noi a desiderare ciò che è bene per noi o per gli altri con le nostre scelte, non siamo noi a determinare il tipo di persone che siamo, possiamo di certo ignorarlo se ci conduce verso il fuoco e la distruzione, ma siamo certi che in fondo sia una scelta giusta? E se dal male nascerà comunque un bene che adesso non scorgiamo? E se la migliore partita che abbiamo mai fatto sia stata proprio quella in cui abbiamo perso?

Il cardellino è un romanzo lungo, molto lungo, ma non troppo alla fine per tutte le cose che contiene e devo dire che questo romanzo mi è piaciuto davvero molto... per la storia in se stessa, per i personaggi, per quello che il libro ci dice anche se quello che sovrasta tutto molto spesso è lo smarrimento e la confusione, la solitudine e il dolore, e se dovessi trovare un appunto da fare sarebbe solo ai tre quarti del libro dove alcuni accadimenti sono un po' troppo esagerati e credibili e stonano n po' dal contesto generale.

Comunque, quanti di noi, come nel quadro, sono cardellini fragili e indifesi, che nascono liberi e poi ci troviamo incatenati a un trespolo? Ma è quello sguardo così fiero come nel dipinto che ci contraddistingue, che ci porta ad essere probabilmente salvati dal tempo, ad essere amati e che ci porta comunque a guardare lontano.

2022-10-25T00:00:00.000Z
The Talisman

Il talismano

By
Stephen King
Stephen King,
Peter Straub
Peter Straub
The Talisman

Era nella lista dei “leggerò” da moltissimo tempo, infatti molti dei libri del “Re” li tengo per futura lettura, un po' come quando si lascia il vino a riposare nelle botti, solo che a volte appena li stappi senti già che il tempo invece di produrre quel miracolo di trasformare della semplice uva in qualcosa di inebriante, capisce che il tutto è andato a male, sapori di tappo e aceto un po' dappertutto.

Ho stappato questa bottiglia alla notizia della decisione di trarne una serie televisiva per Netflix e all'idea di trovarmi per le mani un nuovo “Stranger Thing” ho deciso di cominciare dal libro per farmi la bocca come si suol dire. Purtroppo ho capito da quasi subito che la bevuta sarebbe stata indigesta, lunga, lenta e indigesta.

Si sa che King è lento, lui lo è da sempre a parte i libri di racconti, ma molto spesso è una lungaggine piacevole, cattura il lettore con le sue storie e a quel punto non t'interessa molto se hai per la mani una storia di centinaia e centinaia di pagine, ma questo... praticamente sai già come andrà a finire la storia dopo una cinquantina di pagine, guarda sai già tutto e immagini per filo e per segno cosa succederà all'inizio di ogni intermezzo e le cose più che succedere, sembrano capitare per caso e tutto quello scrivere per spaventare il lettore si trasforma in una noia totale, a volte al limite del ridicolo, al punto che speri che tutto accada alla svelta, che finisca e non se ne legga più.

E poi ritrovarmi nei Territori, quel luogo che ho così tanto amato nella serie capolavoro della “Torre Nera” e ritrovarmici sta gente di questo libro, quello si che mi ha fatto venire i brividi del terrore. Tutta la magia che mi portavo dentro da anni, tutti i fantastici personaggi di quella serie, mi sembravano quasi strappati via da questa insulsaggine di libro scritto a quattro mani (caspita, pensa un po' te, in due ci si sono messi).

In conclusione, non mi è piaciuta la storia che ti sembra di avere letto o visto migliaia di volte, non mi sono piaciuti i personaggi, alcuni davvero pessimi come l'amico del protagonista, che sembra messo lì non si sa bene per quale motivo visto che in pratica non fa assolutamente nulla per tutto il libro; una delle mie ambientazione fantasy preferite rovinate, lungo, lento, noioso, a volte addirittura sconclusionato.

Pessimo davvero, non lo consiglierei nemmeno ai più accaniti fan del “Re”, spero tanto che Netflix faccia un grande lavoro con l'adattamento e la sceneggiatura o prevedo che sarà l'ennesima trasposizione su schermo senza significato delle opere di King (e ce ne sono già parecchie).

2022-09-04T00:00:00.000Z
Le balene mangiano da sole

Le balene mangiano da sole

By
Rosario Pellecchia
Rosario Pellecchia
Le balene mangiano da sole

Arriva l'estate e ci vogliono delle letture leggere e positive. Qualcosa che sia legato alla stagione delle vacanze, non troppo impegnato, ma che renda comunque piacevoli queste lunghe giornate soleggiate.

La lettura è molto piacevole. E' scritto in maniera leggera e divertente, anche se tratta temi importanti quali la morte e l'abbandono. la forma è molto semplice, e scorre via veloce ma è solo apparentemente superficiale. Va infatti a scavare dentro i cuori dei protagonisti e anche di chi lo legge.

Un libro che racconta due mondi diversi ma accomunati da tante solitudini, non solo dei due protagonisti principali, ma anche di un'intera città come Milano, nel pieno dell'inverno. Genny è un napoletano ventitreenne trapiantato a Milano per laurearsi ma che si ritrova a fare il rider e Luca un dodicenne che vive con solo la madre e con il disagio di non avere un padre. I due protagonisti così diversi per età, estrazione e vita vissuta saranno legati da un'amicizia rocambolesca ed improbabile che li porterà ai fare i conti con le loro malinconie con una grande tenerezza e riusciranno a superarle insieme.

Il risultato è una bellissima storia con tanta vita dentro e tante emozioni. Quello che resta è una speranza per tutti noi, che alla fine, anche nelle situazioni più nere, una lucina in fondo si accende sempre e sta a noi lottare per raggiungerla.

2022-08-04T00:00:00.000Z
L'inquilino del terzo piano

L'inquilino del terzo piano

By
Roland Topor
Roland Topor
L'inquilino del terzo piano

Un libro sui dei vicini malevoli e insidiosi, un misterioso suicidio (che probabilmente è un omicidio), un sacco di caldo fuori e dunque quale migliore lettura per vendicarsi con la fantasia di tutti quei scocciatori del piano di sopra con i tacchi o di quelli di sotto che esultano la domenica davanti alla tv come ultras in curva e vogliamo parlare di quelli a fianco che si mettono a fare festa alle tre di notte? Sì, dai che mi metto a insultare pesantemente e a imprecare in una sorta di vendetta silenziosa.

Subentrato nell'appartamento di un'inquilina apparentemente suicida, Trelkovsky, scapolo tranquillo e ingenuamente anticonformista, si trova piano piano coinvolto in una misteriosa macchinazione ordita dai vicini. Il protagonista accetta di inchinarsi a regole rigidissime nella vita nel suo appartamento che lo porteranno ad una alienazione e ad una solitudine imposta e nevrotica fino ad una ribellione finale.

All'inizio c'è una palpabile tensione psicologia e la storia comincia a scorrere veloce, complici forse anche alcuni inserti a sfondo sessuale; poi verso metà libro e soprattutto nel finale tutto diventa incomprensibile, grottesco, quasi clownistico nel suo dipanarsi in un finale che è piacevole ma è del tutto rovinato dalle pagine precedenti. Da questo romanzo il registra Roman Polanski ha tratto un film e più ci penso più mi sembra una storia proprio adatta a lui.

Non penso guarderò il film in quanto il libro sta già svanendo dalla mia mente e non credo ne rimarrà traccia a lungo.

2022-07-30T00:00:00.000Z
The Secret History

Dio di illusioni

By
Donna Tartt
Donna Tartt
The Secret History

Ci sono libri e libri: libri che sembrano scritti un po' tutti uguali, con storie che si somigliano, con personaggi che ti sembra di aver già letto in altre storie, palcoscenici dove si muovono con sceneggiature di cui hai una memoria vaga. Poi ci sono gli altri libri, quelli che leggi una volta, che ti porterai dentro per sempre, che non assomigliano a nient'altro: magari per i suoi personaggi, o per la storia o semplicemente per come è stato scritto.

Questo libro, questa storia, fa parte della seconda categoria; io molto spesso giudico il libro, oltre per tutto quanto scritto sopra fino adesso, anche per come mi fa sentire, indipendentemente se la storia narrata è allegra, spaventosa o triste, associo spesso il libro ad un bozzolo: più è caldo e confortevole e mi da l'idea appena lo reggo in mano e comincio a scorrere le righe di sentirmici avvolto, sostenuto, al caldo, più mi sembra di tornare a casa mentre lo leggo.

Questa è prima di tutto la storia di un omicidio, poi la storia di quella che sembra e probabilmente è l'amicizia avvelenata di cinque studenti del college ricchi e viziati, a cui si aggiunge il protagonista squattrinato Richard, iscrittosi per sfuggire alla sua noiosa vita borghese in California. Incoraggiati dal loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale, il gruppo si ritrova a passare pigri weekend in un circolo di alcol, droga e sottili giochi d'amore, mentre al contempo cercano di nascondere un grave crimine che hanno commesso tutti insieme.

Questa è una tragedia greca e tratta la violenza sia fisica che mentale come parte integrante della vita. Ma il vero tema del romanzo è il senso di colpa. Tutti e sei i personaggi non troveranno altro che alienazione e sofferenza e non ci sarà assoluzione. E mentre cercano di elevarsi come gli antichi greci tramite riti pagani verso l'estasi della bellezza provando a liberarsi della parte razionale di se stessi per rinascere come puro istinto, non troveranno altro che disperazione e miseria nelle loro vite e non reggeranno il fardello delle loro azioni.

E poi c'è la scrittura, signori e signore, c'è la Scrittura con la S maiuscola: una padronanza e ricchezza lessicale che vi dipingerà sugli occhi paesaggi, personaggi, sfumature di carattere con colori così vividi e intensi che vi sembrerà di stare anche voi nel Vermont, all'Hempden college, magari vicini di stanza di questi perduti ragazzi.

Chapeau, d'altronde non si vince il Premio Pulitzer per la narrativa, per caso.

2022-07-22T00:00:00.000Z
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